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«Mi hanno impedito di partecipare al Bari pride, l’organizzazione si diverte ad escludermi». Sono le durissime denunce rivolte agli esponenti del Partito Democratico da parte di Manila Gorio. Storica conduttrice televisiva e prima candidata sindaca di Bari transgender per la lista civica Bari Città Libera. È ufficialmente partita la bagarre in vista delle amministrative 2024.
Il ruolo di Madrina per questa edizione del Bari Pride, in programma domani 17 giugno nel capoluogo pugliese sarà Bruna, la donna transessuale che il mese scorso è stata aggredita a Milano da quattro agenti della polizia locale.
Gorio ha puntato il dito contro i rappresentanti del Partito Democratico, nello specifico le accuse hanno riguardato Maria Chiara Addabbo. Esponente del Pd proveniente dai Giovani Democratici (il percorso giovanile del Pd) e membro del direttivo organizzatore del Bari Pride.
La polemica è scoppiata e la delusione di Manila Gorio, come un velo arcobaleno, disvela luci ed ombre delle rivalità all’interno della comunità LGBT locale che hanno coinvolto anche altri membri del direttivo vicini alla Gorio da tantissimi anni.
Dichiarazione di Manila Gorio
La mia candidatura alle prossime amministrate per correre alla carica di sindaco di Bari rappresenta un’importante messaggio di impatto e di inclusione dove non avrei mai immaginato non ricevere l’appoggio di molte associazioni LGBT della città e della prossima manifestazione Bari Pride 2023.
In quanto presidente dell’associazione Anti (associazione nazionale transgender italia) che tutela i diritti dei ragazzi trans d’Italia, attivista e sempre pronta a difendere la comunità LGBT attraverso le trasmissioni da me condotte come il Punto su Antenna Sud ho chiesto di entrare a far parte dell’assemblea e del direttivo del Bari Pride 2023.
Durante una delle assemblee dove ho partecipato, le associazioni presenti si lamentavano della mancanza di contributi e sponsor per poter invitare una madrina al prossimo Pride prevista per il 17 giugno.
Sentendo le difficoltà presentate ho deciso di propormi gratuitamente come madrina della manifestazione.
Successivamente, non solo non è stata accolta la mia proposta, con la motivazione che la mia candidatura sarebbe stata un problema perché il Pride non deve avere una natura politica e partitica, rimproverandomi per questo mia scesa in campo politico, mi veniva respinta la mia proposta e venivo espulsa dall’assemblea del Bari Pride.
Per deformazione professionale svolgendo l’attività di giornalista sono venuta a conoscenza attraverso documenti e prove in mio possesso che molti dei membri del direttivo e dell’assemblea del Bari Pride fanno parte di partiti politici ben schierati che hanno preso parte alle passate competizioni politiche come Maria Chiara Addabbo (partito democratico) e Leoluca Armigero per il movimento Bari Bene Comune, dunque le stesse persone che mi respingevano come Madrina e come componente del Bari Pride 2023 sono le stesse persone che appartengono già a partiti politici e che espressamente mi hanno comunicato che la mia scelta di candidarmi come sindaco doveva essere condivisa e approvata dai loro partiti.
Sono stata espulsa non solo dal direttivo e dall’assemblea del Bari Pride, ma anche dalla chat dello stesso dove sono riuscita ad ottenere gli screen shot di alcune conversazioni strumentalizzando il post del mio profilo instagram sulla morte del presidente Berlusconi come un’ulteriore prova del fatto che io fossi schierata con il centrodestra e quindi non in linea con le loro ideologie politiche per escludermi dalla manifestazione.
Colgo anche l’occasione per ricordare che la sottoscritta e il mio movimento civico Bari Città Libera non fa parte di nessuno schieramento politico e partitico stando solo dalla parte dei cittadini di Bari.
Inoltre concludo, che negli anni ho già partecipato a diversi Pride in giro per l’Italia come madrina (Gallipoli, Matera ecc.) e sono davvero rammaricata e dispiaciuta che gli organizzatori del Bari Pride si siano comportati in questo modo, costruendo l’evento unicamente politicizzato.
La replica del coordinamento del Bari Pride
Il Bari Pride è un coordinamento di organizzazioni per i diritti LGBTQIA+ del territorio barese. Lo spazio decisionale di cui si dota il coordinamento è l’assemblea, convocata pubblicamente. Nell’ambito della discussione rispetto alla scelta del ruolo di madrina del Bari Pride 2023, l’assemblea ha declinato l’autocandidatura della signora Manila Gorio in quanto ha valutato il suo profilo non rappresentativo delle istanze. A fronte delle perplessità sollevate dall’assemblea nei riguardi della sua autocandidatura, la signora Manila Gorio ha ripetutamente violato gli spazi fisici e virtuali dell’assemblea attraverso comportamenti machisti e prevaricatori che hanno confermato l’inadeguatezza al ruolo.
Siamo turbati dallo spregiudicato tentativo di personalizzazione di un processo collettivo, avvenuto tramite metodi che non appartengono in alcun modo al coordinamento e dichiarazioni di cui neghiamo categoricamente la veridicità. La comunità del Bari Pride continua a lavorare in queste ore per la realizzazione di una manifestazione tanto attesa, convinta dei valori e degli obiettivi che la animano.
Intanto, a parere di Manila Gorio, proprio le disuguaglianze interne fanno tornare alla mente la parabola della pagliuzza e della trave.
Esiste chi nella comunita’ LGBTQIA+ è meritevole di sostegno politico alle elezioni amministrative per la guida del Comune capoluogo di Regione❓️Parrebbe di si se ascoltiamo quanto pubblicato da LSD Magazine. Grazie ancora ❗️
sempre più pregiudizi
E’ da tempo che penso che per fare carriera politica bisognerebbe fare un apposito corso. Una giornalista, per quanto accreditata e ripiena di buone intenzioni non sono sicuro abbia capacità di gestione di una città e conoscenza del territorio come finora lo ha avuto il buon Decaro…magari mi sbaglio ma vorrei essere smentito! E non sono di centro-sx… manco riesco a scriverlo per intero! Grazie Marcella, non sapevo di questa polemica ma la considero di poco spessore!