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Implacabile nel respingere i compromessi, sempre pronto a sostenere i deboli, preciso come un orologio svizzero nel rispetto delle regole. L’addio del notaio Domenico Capozza, 90 anni, di Corato, città che portava nel cuore, lascia un vuoto incolmabile non solo nel mondo della cultura, ma fra tanta
gente perbene che lo ha stimato. Sì, perché, sebbene fosse sempre incline al dialogo, teneva a debita distanza le persone incapaci di tenere la barra
dritta. “La gentaglia stia lontana da me”. Profilo basso, era capace di trasformare, in scioltezza, una conversazione in una disquisizione di alto profilo. E ciò accadeva non soltanto quando parlava di diritto, ma anche quando affrontava temi delicati e quanto mai attuali come quelli dell’utilizzo massiccio di pesticidi in agricoltura. “Si deve coltivare in maniera naturale poiché anche nel biologico si fa uso di pesticidi”, ammoniva molto spesso, pretendendo dagli interlocutori, con uno sguardo penetrante, la massima attenzione. “La maggior parte dei tumori viene generata a tavola”. Come
dargli torto? Siamo certi che anche lassù Domenico Capozza, per tutti Mimì, continuerà a combattere le sue nobili battaglie fondate su
principi sani, rettitudine e onestà. (m).
La redazione tutta di LSDmagazine si stringe alla famiglia in questo momento di dolore incolmabile ed è vicino al collega Marco Mangano, nipote del defunto. E ricorda che l’ex vice direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, Antonio Mangano era cognato del notaio Capozza.
I funerali si terranno domani 16 maggio alle ore 16,30 nella Chiesa dell’Incoronata di Corato.