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Favorita sin dalla vigilia, è la svedese Loreen con Tattoo a vincere l’Eurovision Song Contest 2023 bissando il precedente successo del 2012. Secondo posto per il finlandese Käärijä con Cha Cha Cha portato su dal televoto, terzo per l’israeliana Noa Kirel con Unicorn. Marco Mengoni, vincitore del premio della critica Marcel Bezençon Composer Award per la miglior composizione, nella finale dell’Eurovision Song Contest, si è fermato al quarto posto. Tra gli ospiti della serata Mahmood (due volte in gara con Soldi e un anno fa insieme a Blanco con ‘Brividì), primo italiano a essere chiamato a esibirsi all’estero, che ha regalato la sua interpretazione di Imagine, inno di speranza firmato da John Lennon, aprendo il medley ‘Liverpool Song Book’ insieme ad altri ex concorrenti dell’Eurovision.
Nel video che ha introdotto l’esibizione della Kalush Orchestra, vincitrice della scorsa edizione con Stefania, sono apparsi il compositore Andrew Lloyd Webber, Sam Ryder e la cantautrice Joss Stone. A loro si è aggiunta la principessa Kate Middleton con un cameo al pianoforte. A condurre la festa musicale commentata su Rai1 da Gabriele Corsi e Mara Maionchi, è stato il quartetto formato dalla cantante inglese Alesha Dixon, dall’attrice Hannah Waddingham, dalla cantante ucraina Julija Sanina e dal conduttore televisivo irlandese Graham Norton. Spedita come al solito, la gara è andata avanti senza intoppi con la consueta dose di trash e follia nelle esibizioni dei 26 cantanti in gara in rappresentanza di 25 nazioni europee alle quali, come da tradizione, si aggiunge l’Australia. In ordine di apparizione si sono avvicendati sul palcoscenico Teya e Salena con ‘Who The Hell Is Edgar?’ per l’Austria; Mimicat con Ai Coração per il Portogallo; Remo Forrer con la canzone pacifista Watergun per la Svizzera; Blanka con Solo per la Polonia. E ancora Luke Black con ‘Samo mi se spava per la Serbia, La Zarra con Évidemment per la Francia; Andrew Lambrou con ‘Break a broken heart’ per Cipro; Blanca Paloma con Eaea per la Spagna, la favorita della vigilia Loreen con Tattoo per la Svezia, Albina & Kelmendi Family con Dujè per l’Albania, il nostro Marco Mengoni con Due vite. A seguire, senza interruzioni: Alika con ‘Bridges’ per l’Estonia; Käärijä con Cha Cha Cha per la Finlandia; le Vesna con ‘My sister’s crown per la Repubblica Ceca; Voyager con Promise per l’Australia; Gustaph con ‘Because of you per il Belgio; Brunette con Future Love per l’Armenia; Pasha Parveni con Soarele i Luna per la Moldavia; il duo Tvorchi con ‘Heart of still’ per l’Ucraina; l’italo-norvegese Alessandra con ‘Queen of kings’ per la Norvegia; i Lord of the lost con Blood & Glitter per la Germania; Monika Linkyte con ‘Stay’ per la Lituania; Noa Kirel con ‘Unicorn’ per Israele; i Joker out con ‘Carpe diem’ per la Slovenia; Let 3 con ‘Mama Sc!’ per la Croazia e, infine, la cantante di casa Mae Muller con ‘I wrote a song’.
Ha avuto uno spazio tutto suo Sam Ryder, secondo classificato all’Eurovision 2022, con il suo nuovo singolo.
L’attenzione italiana è stata tutta per Marco Mengoni, che nella sfilata iniziale insieme alla bandiera italiana ha sventolato la ‘rainbow flag’ disegnata dal graphic designer Daniel Quasar con strisce dedicate alla comunità di colore, a quella transgender, ai malati di Hiv e ai morti nelle battaglie per i diritti. Undicesimo cantante a salire sul palco, il cantante di Ronciglione ha emozionato con un’esibizione senza sbavature anticipata da una cartolina con le immagini del Circo Massimo. “Devo rivedermi: quando sono sul palco non mi rendo conto di quello che sta succedendo. La vittoria è essere qui, dopo dieci anni con due performer pazzeschi“, ha detto Mengoni chiacchierando con Gabriele Corsi e Mara Maionchi commentando la sua esibizione. A Liverpool la finale era partita con il passaggio di consegne tra l’Ucraina e il Regno Unito.
Nella foto di copertina il momento della premiazione (riproduzione riservata)
Articolo minuzioso e fluido nella lettura. Un applauso a Eurovision e all’autore dell’articolo