Tempo di lettura: 3 minuti
“Il lavoro rende l’uomo libero, collabora all’elevazione dell’essere, è sforzo individuale e collettivo che impegna le braccia ma anche il cuore. Se praticato nel rispetto dei valori ci rivela i segreti della natura, trovando nel bene comune il suo polo attrattore e il suo significato più profondo. Il mondo produttivo è in rapida evoluzione, segnato da esigenze crescenti di tutela e dalla prepotente emersione di neo-diritti, per questo bisogna tornare a interrogarsi sulla dignità del lavoro, che per noi massoni è fattore antropologico essenziale, attraverso cui si misura il livello di progresso della comunità cui apparteniamo.
Dobbiamo celebrare il primo maggio aprendo la nostra capacità di osservazione a tutte le fenomenologie che stanno modificando gli assetti economici e gli equilibri geopolitici, senza pregiudizi, con spirito costruttivo, dimostrando di essere pronti a superare vetuste barriere ideologiche, ormai fuori dal tempo. Il lavoro si è tecnologizzato, l’intelligenza artificiale è entrata nella catena del valore, le organizzazioni hanno cambiato volto, investire nella formazione e nella acquisizione di nuovi saperi è la strada da battere, per non rimanere spiazzati. Se non proviamo a innalzare il livello delle competenze che alimentano il capitale dell’intelligenza umana, non potremo ambire ad essere protagonisti dello scacchiere internazionale”.
Il Gran Mastro Luciano Romoli, in occasione delle celebrazioni per il primo maggio, fa sentire la sua voce. La sua analisi individua il significato di questa ricorrenza storica proiettata in una “luce” positiva, densa di spiritualità e di futuro. “Dobbiamo compiere un cambio di passo, in termini di cultura e di approccio al lavoro, ricordandoci di essere prima di tutto una “società di persone”, in cui ogni singolo non può rinunciare a incidere sugli assetti organizzativi di imprese e istituzioni. Vorrei che fosse una festa dell’inclusione quella che ci apprestiamo a celebrare, ancora è troppo alto il numero di “neet”, che sono le centinaia di migliaia di giovani in perenne parcheggio, che rimangono ai margini dei circuiti produttivi, senza cercare un posto nel mondo, così come troppo grande è la frattura delle diseguaglianze economiche e territoriali che il modello capitalistico prevalente sta generando. Qualcosa si è rotto, bisogna che il corpo collettivo si prenda carico di queste ferite, le scuole di pensiero come la Massoneria di cui mi onoro di fare parte hanno in questo passaggio un ruolo decisivo, perché possono ricreare il tessuto connettivo che dà energia al progetto di convivenza, rimettendo al primo posto il bene comune”.
Sul fronte della povertà e del lavoro si scontano i ritardi italiani più gravi sull’agenda dell’Onu del 2030. Appare lontana la possibilità di raggiungere entro il 2030 la quota del 78% del tasso di occupazione nella fascia di età 20-64 anni, mentre la pandemia ha arrestato il trend positivo nella riduzione del gap di genere. “Difficile parlare di sostenibilità, di sviluppo, di progresso – prosegue l’analisi di Romoli – se non si compie “il salto del gigante” abbattendo i livelli di povertà e di diseguaglianza che affliggono il Pianeta, come ci ha raccomandato in occasione della giornata universale della terra il documento Earth4All nessuno spiraglio di crescita si potrà fare strada. Credo che si debba lottare per un primo maggio della consapevolezza, della fiducia, ponendo le condizioni per far sì che il conteggio delle morti sul lavoro si arresti una volta per tutte, che la sicurezza non sia un’utopia né una sterile pratica burocratica, ma un modo di essere, di rispettare l’altro” La libertà nell’universo del lavoro, scriveva Vittorio Foa, è un grande traguardo, siamo ancora lontani dall’averla raggiunta in maniera completa, siamo in cammino su questo delicato terreno. Esiste ed ha, nella visione della Gran Loggia d’Italia degli A.L.A.M. un valore supremo la “spiritualità” del lavoro, che vuol dire dare senso e orientamento all’applicazione della nostra intelligenza negli ambiti più svariati delle attività umane, ieri come oggi. L’articolo 3 della Costituzione ce lo ricorda: è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale al pieno sviluppo della persona. “Abbiamo appena celebrato il 25 aprile festa della Costituzione – conclude Romoli – facciamo del primo maggio il momento della Costituzione attuata in un paese democratico, più coeso, in cui libertà ed eguaglianza possano finalmente ritrovare un equilibrio armonioso”.
Nella foto di copertina Luciano Romoli, Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia degli ALAM (riproduzione riservata)