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Come ogni anteprima, anche questa è stata preceduta da assegnazione di premi a personalità note del cinema.
Ieri è stata la volta di Francesco Piccolo, autore del film il capitale umano al quale è stato conferito il premio Federico Fellini Platinum Award for Cinematic Excellence,l’autore ’autore del film Il capitale umano di Paolo Virzì (ore 9:30).Sempre prima della proiezione, premiazione dell’ItaliaFilmFest con l’assegnazione, da parte della giuria del pubblico presieduta da Donatella Palermo, del Premio Ettore Scola per il/la miglior regista, Premio Mariangela Melato per il cinema per la migliore attrice e Premio Gabriele Ferzetti per il migliore attore.
Sul palco a sorpresa Volker Schlöndorff, il regista di “The forest maker”, appena tornato dal Festival di Berlino (anche se ”quello di Bari è molto più vivace” ha detto il regista tedesco )al quale sono andati gli auguri di buon compleanno del pubblico compresa la canzoncina ‘Tanti auguri a te’,
Finalmente è partita la proiezione di Air.
Ben Affkleck ha salutato il pubblico on line e si è augurato che il film sia di grande speranza. E di speranza ne accende questo film, classica espressione del cosiddetto ‘sogno americano’
Air (Air – La storia del grande salto) diretto e interpretato Ben Affleck e da Matt Damon, che ricopre il ruolo del manager anticonformista della Nike, Sonny Vaccaro, racconta l’incredibile storia di un giovane e semisconosciuto Michael Jordan e del suo legame con la divisione basket della Nike che creò per lui la famosa scarpa Air Jordan che ancora oggi vediamo ai piedi di tanti sportivi e soprattutto di tanti giovani modaioli, visto che arrivano a costare anche miglia di euro.
Queste scarpe, infatti, hanno segnato la storia delle sneakers diventando un simbolo. Il giovane Michael voleva firmare a tutti costi con Converse o Adidas, ma i due brand non appaiono nel film molto convinti a rischiare tanto su un giocatore che doveva ancora dimostrare chi era.
“Mamma, non firmerò mai con Nike”, dice Jordan alla signora Deloris, che dopo l’incontro con Sonny Vaccaro saggia consiglia al figlio “di andare comunque ad ascoltare quello che i signori di Nike avevano da dire”.
L’accordo è molto impegnativo dal punto di vista economico per Nike che è ancora un’azienda relativamente giovane.
Infatti la cifra sbalorditiva che la Nike offre è di 250 mila dollari. Non solo la madre di Jordan impone che nell’accordo venga inserita la clausola per cui le vendite delle scarpe avrebbero dovuto dare una percentuale a Jordan. E ci aveva visto lungo visto che le sneakers fruttarono a Nike 70 milioni di dollari nei primi due mesi di vendita!
Ovviamente Jordan accetta , complice il discorso motivazionale di Sonny “
una scarpa è una scarpa qualsiasi finché non la indossa qualcuno” e la madre aggiunge” finché non la indossa mio figlio, Michael Jordan”
E per aggiungere una chicca in più per i lettori più curiosi Le Air Ship erano di colore nera e rossa.
Questa particolare colorazione fu però “bannata” (da qui il titolo “Banned” a questa particolare colorway) dalla NBA perché non rispettava le regole stabilite dalla lega in materia. Visto che non vi era presente del bianco, colore che una scarpa doveva avere al suo interno, la Nike decide di farsi con una sanzione di 5mila dollari ogni volta che Jordan fosse sceso in campo con quelle scarpe. Perché Nike credeva nel giocatore e nel proprio prodotto quindi decide di pagare ogni singola multa.
Siamo nel 1984,tempo di cambiamento e chi se non quello che sarebbe diventato il giocatore più forte di tutti i tempi poteva rappresentarlo al meglio.
Foto di Raffaella Fasano (riproduzione riservata)