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A Molfetta ricordato dalla Fondazione Valente Richard Strauss, di cui quest’anno ricorrono i 150 anni dalla nascita, con un melologo che a fine ‘800 il musicista compose su un testo di Alfred Tennyson di una trentina di anni prima: Enoch Arden.
È stato dunque un omaggio alla parola recitata e un viaggio non per strada ma per mare, un’odissea contemporanea, che conclude un percorso attraverso cui si sono indagate le vie musicali di una Mittel Europa romantica e contemporanea. Enoch Arden, melologo per voce recitante e pianoforte è stato il secondo appuntamento della rassegna “Teatro&Musica” della Fondazione Valente
proposto Sabato 25 febbraio nell’ auditorium San Filippo Neri Due sentimenti forti come l’amicizia e l’amore, ma anche temi attualissimi come la solitudine di un uomo e la sua volontà di
sopravvivenza.
Dal loro intreccio nasce la cornice scenica al centro della quale c’è la famiglia, punto di approdo per il protagonista di “Enoch Arden”, appuntamento rientrante nel cartellone 2023 della Fondazione “V.M. Valente” di Molfetta, con la direzione artistica di Sara Allegretta. È stato ancora una volta l’auditorium San Filippo Neri di Molfetta ad essere il palcoscenico di uno spettacolo che ha riservato forti emozioni. A introdurre gli artisti è stata l’avvocato Annalisa Nanna che ha dato la parola alla professoressa Allegretta che ha illustrato l’opera e il clima culturale, anticipando la conferenza stampa del 1 marzo in cui verrà prestato il nuovo cartellone artistico con tutti gli appuntamenti.
“Enoch Arden” è un monologo, scritto da Alfred Tennyson, musicato da Richard Strauss alla fine dell’Ottocento, nel solco di un genere musicale che rappresentò un’abile scappatoia dal melodramma imperante dell’epoca. Sono stati due artisti pugliesi, già affermati nel panorama internazionale, a portare in scena il melologo di Richard Strauss: la voce recitante di Maurizio Pellegrini e l’accompagnamento musicale al pianoforte del maestro Piero Rotolo. Poesia e musica attraverso le quali il pubblico ha potuto vivere un viaggio reale e simbolico al tempo stesso, un racconto commovente e dolcissimo, la storia di un marinaio che torna al suo focolare dopo anni di assenza e troverà non poche sorprese. Emozioni e dramma saranno le due facce di uno spettacolo che ha coinvolto il pubblico che ha fine concerto ha tributato un caloroso applauso agli artisti in scena.
Conosciamo meglio la vicenda.
Enoch Arden è un pezzo che ha segnato la storia della musica e che, grazie al raffinato testo di estrazione borghese ma con forte respiro romantico vittoriano, avvicina il protagonista, un giovane marinaio innamorato e naufrago, alle figure più importanti della letteratura romantica inglese. Con grande sensibilità teatrale, Strauss introdusse una scansione narrativa non presente nel poema originale, dividendolo in due parti, come due atti di un dramma: la prima va dall’esordio che presenta i protagonisti fino al matrimonio di Annie con Philip; la seconda va dal flash-back con il
naufragio di Enoch, la sua vita nell’isola deserta, il suo ritorno fino alla morte. La musica accompagna, puntella, sottolinea e scandisce la vicenda, passando da tonalità malinconiche e invernali con suggestioni brumose e piovose ad atmosfere notturne, fino a suggerire il rumore del mare, l’odore di salsedine… Siamo su una scogliera inglese, in un piccolo villaggio portuale, in un tempo sfuggente, lontano, più di 200 anni fa dice l’autore. Sulla spiaggia tre bambini giocano tranquilli, sono i protagonisti del dramma: Annie Lee, la più graziosa ragazzina del villaggio, Philp Ray,
l’unico figlio di un facoltoso mugnaio, Enoch Arden, aspro e scontroso figlio di un marinaio. I due ragazzi sono entrambi innamorati di Annie, in modo giovane e inconsapevole. Diventati adulti la lotta per la conquista di Annie continua e nonostante la ragazzi si mostri più dolce con Philip, è innamorata di Enoch. Costui dunque con determinazione e passione costruisce una casa per sé e per l’amata, diventa un marinaio, acquista una piccola imbarcazione e finalmente i due si dichiarano amore eterno, sposandosi.
Philp, straziato, si rassegna alla solitudine. Annie e Enoch vivono felici per sette anni il loro amore, concependo un figlio e una figlia a cui cercando di dare una vita migliore e un’eduzione superiore a quella ricevuta. Ma il vento, che fa il suo giro, porta sulle loro vite nuvole di tempesta: Enoch cade e si spezza una gamba in un porto e segue una lunga infermità; il figlio appena nato non gode di buona salute, la clientela di Enoch gli viene rubata da un concorrente… Contro la sventura Enoch invoca Dio di risparmiare la sua famiglia e di vessare solo lui e finisce per
accettare un rischioso lavoro su un mercantile che fa rotta verso la Cina. Mentre il marito è lontano Annie, in trepidante attesa, cerca di arrangiarsi come può mettendo in piedi un piccolo commercio di chincaglierie, ma non ha talento né fortuna negli affari. Dopo molti anni, senza alcuna notizia di Enoch, Annie si convince che egli è morto, e accetta di sposare Philip, ricco e generoso, che si è fatto avanti. I due si sposano e hanno un figlio. L’ultimo nato da Enoch, il bimbo malaticcio, era morto qualche anno prima. Sembrerebbe la conclusione di una tragica
vicenda, ma la storia non è finita qui…. La nave su cui era imbarcato Enoch, chiamata beffardamente “Buona Fortuna”, naufraga sugli scogli di un’isola deserta, e il marinaio si ritrova a vivere per anni come Robinson Crusoe, nella malinconia dei suoi amori e nella sofferenza. Ritrovato da una nave di passaggio, Enoch riacquisisce le sue funzioni vitali e viene riportato in Inghilterra, dove nessuno, come un odierno Ulisse, lo riconosce. Ospite di Miriam Lane, proprietaria di una taverna, scopre che Annie si è risposata. Enoch vive ancora un anno, tristemente, e soltanto
in punto di morte svela a Miriam Lane la propria identità. Quando il suo spirito se ne va, tutto il villaggio lo accompagna nel suo ultimo viaggio, ma l’amore della giovinezza è perduto per sempre.
Tanti i temi trattati in musica e parole, ancora oggi di grande attualità.
Foto di Paola Copertino (riproduzione riservata)
Un ringraziamento al direttore Michele Traversa, sempre attento agli eventi culturali del territorio.