Tempo di lettura: 3 minuti
“I limiti possono diventare dei punti di arrivo e di ripartenza, i gesti solitari una azione condivisa: a partire dalla propria persona”. Queste parole tratte spero possano essere scritte e dette da uno spettatore anche per il mio ultimo film, “Un filo più breve”, al termine della proiezione che si terrà martedì 28 febbraio presso il cinema Sivori di Genova alle 21 dove si terrà l’anteprima nazionale.
Sono molto emozionato a pochi giorni dalla prima del mio secondo film in quanto viene presentato nella mia città, Genova, al cinema Sivori, per questo la proiezione ha una duplice importanza. Quando era piccolo, ci dice, il regista Marco Cucurnia, raggiunto dalla nostra redazione, questo cinema si chiamava Palazzo e li ho visto: Ginger e Fred, L’attimo Fuggente, Balle spaziali, Super Fantozzi e tanti altri film.
Cosa è “Un filo più breve”?, è un pochino la storia di tutti noi, anzi voi e spero di essere riuscito nell’intento. Il mio film ha un intento, quello di condannare in maniera ironica e allo stesso tempo amara, spero, l’uso quotidiano di volgarità, scorciatoie, continui doppi sensi, risate sguaiate che come un potente zucchero fanno scivolare nella nostra mente: ogni argomento.
L’ho girato e prodotto, dopo una genesi lunga più di tre anni. Non voglio dire nulla sulla trama. Voglio ricordare Lo sceneggiatore Filippo Gili, bravissimo, che ha scritto con me la sceneggiatura che è tratta dal mio soggetto, Amircal. Gli attori sono Fabio Bussotti, Sarah Gismondi, Chiara Lombardo, Stefano Repossi, Tamara Ferri.
Un ringraziamento va inviato anche al Circuito Cinema di Genova ed in particolare ad Eliana Quattrini.
Spero tanto che questo sentimento di rivalsa possa essere il sentimento e l’insegnamento che gli spettatori riceveranno, principalmente i più giovani. Il mezzo che ho usato è la memoria, il ricordo ed anche, non mi vergono, la nostalgia.
Per costruire questa mia seconda opera filmica ho impiegato tutta l’esperienza che negli anni è continuata a lievitare luminosa verso l’alto, in me, grazie al lavoro e soprattutto all’osservazione che ho intrapreso verso Mario Monicelli per quasi vent’anni.
Per accedere in sala sarà sufficiente acquistare il biglietto del cinema.