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Come da nove anni a sta parte, l’intera cittadinanza bitontina  è stata coinvolta  in una  totale immersione nell’opera  del drammaturgo inglese William Shakespeare. Un’azione che unisce lo spettacolo dal vivo alla formazione del pubblico e che in questa edizione speciale, in programma dal 29 gennaio al 12 febbraio, ha ospitato nella città di Bitonto performance, spettacoli dal vivo e azioni multidisciplinari, la nuova produzione della Compagnia Fatti d’Arte Willy’s and Vagina’s Monologue al Teatro Traetta di Bitonto (3,4 e 5 febbraio) e, come evento speciale, fuori dalla settimana shakespeariana  il 12 Febbraio andrà in scena lo spettacolo Con la Carabina che è valso due premi Ubu alla Compagnia Licia Lanera.

La nona edizione del festival organizzato , come sempre , dalla compagnia Fatti d’Arte quest’anno ha proposto un’edizione speciale interamente dedicata al mondo femminile, ispirandosi ai tratti delle eroine shakespeariane la cui rappresentazione non ha eguali nei poeti e nei drammaturghi della sua epoca. Shakespeare (il Bardo come veniva appellato) infatti ha sempre espresso una sensibilità finissima nel comprendere le sfumature della psicologia di eroine coraggiose, sfaccettate e non stereotipate, che hanno ancora uno spirito contemporaneo. Partendo da una riflessione di Virginia Woolf in  Una stanza tutta per sé in cui la scrittrice  scriveva: “Se il genio di Shakespeare fosse sbocciato in sua sorella Judith, nessuno avrebbe potuto evitarle il destino tanto tragico quanto quello di alcuni dei suoi personaggi femminili nati dalla penna del fortunato fratello. Costretta a reprimere il proprio talento”, si è snodato il programma della nona edizione del festival organizzato dalla compagnia Fatti d’Arte.

Il Festival  è cominciato domenica 29 febbraio (ore 17) con la visita guidata: Bitonto e Shakespeare nel cinquecento con guidatori a cura di PugliArte per proseguire, con la vera e propria inaugurazione del www.shakespeare.it, lunedì 30 gennaio (ore 21).In questa puntata del Festival, i componenti della compagnia Fatti d’Arte  sono intervenuti nel centro antico di Bitonto con azioni di guerrilla urbana    .

Il vero pezzo forte e originale è stato l’evento organizzato, negli spazi della Biblioteca E.Rogadeo martedì 31 gennaio  (ore 18) con la Shakespeare’ Human Library, evento organizzato con la partecipazione di Emergency. L’evento era  strutturato come una biblioteca, sostituendo il prestito di libri con le persone. Coloro che hanno animato le Human Library sono persone che hanno sperimentato pregiudizi, esclusione sociale, esperienze affini ai personaggi nati dalla penna del Bardo. Ciascun narratore della Shakespeare Human Library è stato  associato a un personaggio femminile nato dal Genio di Shakespeare.

Il primo testo narrato è stato “Cressida pace”. Una donna ucraina scampata alla guerra e rifugiata in Italia , ha raccontato di quanto sia più grave la guerra  vissuta e vista da vicino, senza il filtro della televisione. Ancora ha nelle orecchie il rumore assordante dei bombardamenti. Ha espresso  la sofferenza nel salutare il genero che, dopo aver accompagnato lei e parenti al confine è dovuto tornare indietro a “ fare la guerra”. E noi ascoltatori ascoltavamo quasi stesse raccontando un romanzo del novecento, tanto ci pareva inverosimile una guerra nel 2023.

E nonostante tutto la donna ha espresso la sua gratitudine alla vita, data la possibilità che le ha concesso di poterne ancora parlare  .

E’ stata poi la volta di Emergency. Manuela, una delle volontarie ha interpretato il ruolo Hajira in Giulietta indipendenza, riportando la storia di una donna afghana e  rispolverando  la  situazione dell’Afghanistan, che dopo  anni di guerra oggi appare attualmente  nell’oblio.

Hajira( nome di fantasia), una ginecologa  presso Centro di maternità di EMERGENCY ad Anabahi  ha raccontato in una intervista la settimana scorsa  «Due giorni fa i talebani hanno radunato gli uomini in moschea e ordinato che tutte le figlie nubili vengano sposate. I padri che si rifiuteranno di accettare il parente che si propone (qui ci si sposa fra consanguinei) verranno puniti col carcere. Mio padre quando è tornato a casa ha detto che la libertà delle sue figlie è indiscutibile e che se l’ordine diventerà effettivo, valuterà se portare la famiglia in Iran. Mia madre per la preoccupazione non è riuscita a mangiare».      Hajira, lavora in un settore , quello della Sanità, che come quello dell’Istruzione è ancora consentito alle donne afghane. E  ha deciso di restare single perché il suo stipendio è la chiave per la sua indipendenza e per il mantenimento di tutta la famiglia,  in cui è l’unica a lavorare – il padre è disoccupato da anni. Hajira , come le altre specializzande dell’ospedale è una donna coraggiosa, esce da casa a Kabul alle 4 e mezza del mattino e gestisce un ospedale di maternità a tre ore e mezza di distanza in Panshir.

La maggior parte delle ginecologhe afghane  una volta rientrate a casa, alle otto di sera, devono studiare e prendersi cura del marito, dei figli, della suocera, o della famiglia di origine, e della casa. Tuttavia sono fiere e orgogliose di essere donne che lavorano per le donne insieme ad altre donne, e di essere breadwinners, come Hajira»

«Il reparto di Maternità dell’ospedale, è rimasto un ultimo porto sicuro per una donna afghana, nella Valle del Panshir, storica roccaforte dei mujaheddin nemici giurati dei talebani, l’ultima Provincia che è stata occupata e l’unica che è rimasta militarizzata, nel Paese più insicuro al mondo per le donne. A terminare l’intervento di Manuela un emozionante video di Emergency Tutti hanno un sogn.

L’ultimo e speciale appuntamento del Festival sarà  domenica 12 febbraio (ore 19) nello spazio underground Fatti d’Arte con lo spettacolo della Compagnia Licia Lanera  Con la carabina interpretato da Danilo Giuva e Ermelinda Nasuto, regia e spazio di Licia Lanera; lo spettacolo ha ricevuto due premi Ubu nell’edizione 2022: per la categoria nuovo testo straniero firmato da Pauline Peyrade e per la miglior regia a Licia Lanera. La storia: una bambina di 11 anni che un tribunale francese ha riconosciuto consenziente allo stupro che ha subito da parte di un amico del fratello maggiore, decide, diventata donna, di farsi giustizia da sola. La storia è continuamente divisa tra passato e presente: il primo ambientato in un luna park, il secondo a casa della donna. In entrambi i luoghi si consuma una violenza, ma i ruoli sono invertiti.  Un’ultima eroina shakespeariana  a concludere questa rassegna culturale di degna importanza nel nostro territorio.

Marcella Squeo

La dottoressa Marcella Stella Squeo è laureata in Giurisprudenza è una giornalista pubblicista e si occupa di cultura, spettacolo, musica e di beneficienza e volontariato facendo parte di diverse associazioni di settore.