Tempo di lettura: 2 minuti
“Non c’è due senza uno”, edito da Helicorn, è l’ultimo libro pubblicato da Lorenzo Oggero. Questa volta, l’autore tiene compagnia al lettore con una ricca raccolta di racconti, ventitré in totale, in cui le tematiche trattate sono le più disparate. Già il titolo suggerisce una chiave di lettura unica. Le storie presentate possono essere lette attraverso un’analisi psicologica e a tal proposito importante è focalizzare l’attenzione sul titolo, il cui significato viene suggerito proprio da un passaggio inserito all’interno del racconto “La morte dell’analista”: «Aurelio, mi ha detto lo psicanalista, non c’è due senza uno. Uno squarcio improvviso, un’illuminazione straziante. Allora è l’uno che bisogna raddrizzare!». Racconto dopo racconto, Lorenzo Oggero scandaglia, con la lente dello scrittore – ma anche di colui che ben conosce la natura umana – le situazioni, i soggetti e i sentimenti più disparati. Sono proprio le relazioni umane, e ciò che ne deriva, il terreno in cui va ad operare la scrittura di Oggero, che con un tono ora ironico, ora malinconico, lucido e concreto, racconta storie di vita, racconta l’amore nelle diverse sfaccettature, ma anche la morte, la disillusione, e lo fa attraverso una scrittura incisiva, che sa entrare a fondo nelle questioni. La lettura dei ventitré racconti di Oggero trasmette, poi, al lettore la profonda cultura del loro autore. Oggero è un cultore della lingua. Compie, infatti, un’operazione linguistica importante, introducendo termini ricercati, la cui etimologia rimanda al messaggio che le varie storie vogliono trasmettere. Inoltre, nei vari racconti si può notare una presenza costante dell’arte, non solo intesa come operazione culturale, ma anche come rimando ad opere di pittori di fama mondiale e che hanno fatto la Storia dell’Arte. A testimonianza di ciò, si può citare il racconto “L’ora di Monet” che già dal titolo rimanda ad un ambito culturale ben preciso. Cosa ci dice Oggero con questo libro? A svelarcelo è in parte la sinossi dell’opera che ribadisce come la “relazione” sia forse la vera protagonista dell’opera: “ogni relazione è misteriosa, e difficile è prevederne le dinamiche e gli sviluppi: può essere fonte di amore e gratificazione, nonché occasione di divertimento, oppure motivo di incomprensione e delusione, e causa di dolore”. Poi si aggiunge: “La varietà delle situazioni raccontate e i loro differenti esiti rivelano che è la natura stessa della relazione interpersonale a richiedere a ogni attore di sedersi al tavolo della vita e giocare le proprie carte, avvalorando così l’idea che l’essere umano resta il più grande enigma comparso sulla faccia della terra, teso a rea-lizzare come meglio può il proprio destino”. “Non c’è due senza uno” è un’opera leggera e complessa allo stesso tempo, che accompagna il lettore nelle ore di relax, ma lo aiuta anche a riflettere sul proprio cammino di vita.