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Se i temi dell’odierno mondo globalizzato e della rivoluzione digitale in atto rappresentano sfide con cui confrontarsi ogni giorno, non si può ormai più prescindere dalla conoscenza di almeno una o due lingue straniere. Una «regola» che vale ormai in qualsiasi settore sociale, culturale ed economico, per i quali il mondo del lavoro è costantemente in cerca di figure specializzate. Ecco perché diventa sempre più preziosa la presenza in Puglia della Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Bari «Bona Sforza», riconosciuta dal MUR (Ministero dell’Università e della Ricerca) con Decreto Ministeriale del 23 novembre 2021.
Appena insediatasi, e nata da una esperienza decennale maturata dal proprio team direzionale in Lombardia e Veneto, venerdì 20 gennaio 2023, alle 10,30, l’Università Bona Sforza, sita a Bari in Viale Japigia 188 (all’interno del polo universitario del Politecnico), organizzerà l’Inaugurazione del suo primo Anno Accademico. Dopo il saluto di benvenuto della direttrice, la professoressa Cristina Bonaglia, e del presidente, l’ingegnere Pietro Fontanesi, toccherà al saluto delle autorità: vi prenderanno parte il Sottosegretario di Stato alla Salute Marcello Gemmato, il Senatore Dario Damiani (commissione Bilancio del Senato), l’assessore regionale alla Formazione e Lavoro Sebastiano Leo, l’assessore comunale alle Politiche giovanili, Pubblica Istruzione, Università, Ricerca e Fondi comunitari Paola Romano, il professor Sergio Camporeale, delegato alla didattica PoliBA, e il presidente dei Giovani Industriali di Confindustria Bari e BAT Donato Notarangelo.
Alle 11 seguirà la lectio magistralis «Linguaggio, Lingua, Dizionario» del francesista Giovanni Dotoli, professore emerito dell’Università degli Studi di Bari e docente di Francofonia ai Cours de Civilisation Française de la Sorbonne, a Parigi.
Alle 12 si esibirà il Coro Dicunt, diretto dalla Maestra Karolina Ksenyia.
Nel suo primo anno accademico l’Università Bona Sforza di Bari conta già 55 iscritti. Da circa un ventennio non vengono fondate nuove realtà universitarie in Puglia e quella della Bona Sforza si presenta come una proposta del tutto innovativa: il suo è un Corso di Laurea in Scienze della Mediazione Linguistica, con 5 Indirizzi di Specializzazione (Criminologia e Cyber Security, Interazione Multiculturale e Giustizia Riparativa, Management delle Imprese Turistiche, Digital Marketing, Fashion Management), finalizzati a professionalità di stampo internazionale, ma anche incardinate e direttamente spendibili nel territorio produttivo pugliese.
Se la «mission» principale della Scuola Superiore per Mediatori Linguistici Bona Sforza è quella di formare professionisti con ottime conoscenze linguistiche e culturali in almeno due lingue straniere (con il focus sull’utilizzo funzionale e veicolare delle lingue), e creare competenze nel settore relativo all’Indirizzo di Specializzazione scelto (anche in riferimento a quanto richiesto dalla rivoluzione digitale in atto), la «vision» è formare «profili professionali innovativi» (come richiesto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), con caratteristiche ben precise: devono essere corrispondenti ai bisogni del territorio e alle aspettative del mondo produttivo del Sud, competere nel mercato globale ed essere in grado di dialogare con i contesti internazionali. Oltre ad essere preparate per una eventuale prosecuzione del percorso accademico.
L’università è a numero chiuso con l’insegnamento di otto lingue: inglese, francese, tedesco, spagnolo, russo, cinese, arabo e giapponese. Nonostante sia una facoltà privata, la Bona Sforza garantisce anche borse di studio in convenzione con l’Adisu. Nel primo anno ha attratto studenti pugliesi lucani e calabresi, confermando la vocazione nazionale ed europea della città di Bari, che diventa sempre più un laboratorio innovativo e ricco di sperimentazioni in ambito accademico. Non è un caso che la Facoltà porti il nome della celebre Duchessa di Bari Bona Sforza (1494-1557): simbolo di gioventù e bellezza, e dal carattere forte, è stata per il capoluogo pugliese una influente sovrana, capace di realizzare il disegno sociale, politico e culturale intessuto dalla madre, Isabella d’Aragona, mediante la sua abile attività diplomatica.