A 20 anni dall’uscita del loro album in studio “()”, lo scorso ottobre la band dei Sigur Ròs ha pubblicato la ristampa, in vinile e CD, arricchita da un disco bonus con tracce demo estratte dalle sessioni di registrazione originali.
Grande attesa invece per il nuovo ottavo album previsto per il 2023, al quale i Sigur Ròs stanno lavorando e registrando agli Abbey Road Studio che conterrà nuove canzoni, alcune delle quali sono state anticipate durante l’ultimo tour.
I membri fondatori dei Sigur Rós, Jónsi e Georg Holm, si sono riuniti, sia in studio che per il tour, all’ex membro Kjartan Sveinsson, il quale, dopo quasi un decennio, si era allontanato per concentrarsi su altri progetti.
I Sigur Rós sono una delle band islandesi di maggior successo di tutti i tempi, le loro origini risalgono al 1994, quando tre adolescenti, Jónsi Birgisson, Ágúst Ævar Gunnarsson e Georg Hólm, si uniscono per formare un gruppo. La scelta di chiamarsi Sigur Rós viene dettata dal fatto che nacque la nipote di Birgisson chiamata Sigurrós, un nome molto comune in Islanda che significa “Rosa Della Vittoria”.
Dopo un primo singolo, “Fljúgðu”, vengono immediatamente notati da Björk, la quale inserisce il brano in un proprio disco. I Sigur Rós rimasero confinati nel territorio islandese fino al primo album, “Von”, che vide la luce nel 1997, seguito nel 1998 da un remix, “Recycle Bin”. Nel 1999 la band pubblica “Ágætis Byrjun”, che ottiene un grande successo internazionale.
I Sigur Rós cominciano a raggiungere prestigiosi riconoscimenti anche fuori dall’Islanda e, grazie al trionfo ottenuto, fanno da spalla a gruppi come Godspeed You! Black Emperor e ai Radiohead, oltre a partecipare a numerosi festival in giro per l’Europa, ricevendo anche recensioni positive da “Entertainment Weekly” e “The Wire”, negli Stati Uniti. Alla fine del 2001, “Ágætis Byrjun” viene dichiarato Il Miglior Album Islandese Del Secolo.
Con il terzo album, “()”, chiamato anche “Svigaplatan”, i Sigur Rós danno vita a una nuova lingua, il vonlenska, tradotto in inglese “hopelandic” e in italiano “speranzese”. Le otto canzoni dell’album, senza titolo, sono cantante in questa lingua inventata e formata da sillabe senza alcun significato: ogni sillaba viene scelta sulla base della sua musicalità. Il cantante Jónsi Birgisson, ha creato il vonlenska per far sì che la lingua diventi uno strumento musicale in grado di esprimere dei concetti con i suoni.
Nel 2020 la band ha pubblicato il live album “Odin’s Raven Magic”, versione orchestrale del poema islandese Hrafnagaldr Óðins.
Molti brani del gruppo islandese sono stati inseriti in colonne sonore di film, serie tv e videogiochi. Tra questi, “Vanilla Sky” di Cameron Crowe, “127 ore” di Danny Boyle, “Il Gusto Dell’amore” di Giulio Berruti, “Le Avventure Acquatiche Di Steve Zissou” di Wes Anderson, “Dragon Trainer”. I Sigur Rós hanno poi scritto per intero la colonna sonora “La Mia Vita È Uno Zoo” di Cameron Crowe. |
|