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Continua ad essere una delle opere più famose di tutti i tempi, a 170 anni dalla sua prima assoluta, avvenuta il 6 marzo 1853 al Teatro La Fenice di Venezia: è «La traviata» di Giuseppe Verdi, opera in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave, incentrata su «La signora delle camelie» di Alexandre Dumas (figlio). Il capolavoro andrà in scena lunedì 25 luglio, alle 21, al Castello Svevo di Gravina di Puglia, e costituisce l’anteprima del Festival Giovanile della Lirica, inserito all’interno del progetto REMM (Residenze Musicali Murgiane), giunto alla seconda edizione. La manifestazione è organizzata da «Orchestra di Puglia e Basilicata», è sostenuta dal Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo, dalla Regione Puglia, dal Comune di Gravina, dalla Fondazione Santomasi e da una serie di sponsor privati.

In scena ci saranno l’«Orchestra Sinfonica 131» della Basilicata, il Coro Lirico «Opera Festival» diretti da Francesco Zingariello, che cura anche la presidenza del festival, mentre la direzione artistica è di Katia Ricciarelli. L’opera si svolgerà con la regia di Gianpiero Francese, l’aiuto regia di Maria Grazia Zingariello e la coreografia di Silvia Calorio. Il cast è formato da Lieonora Illieva (Violetta), Zizhao Guo (Alfredo), Youguo Zhuo (Germont), Maria Candirri (Flora), Romilda Di Serio (Annina), Michele Leone (Gastone), Saverio Sangiacomo (Marchese), Gianni Marino (Barone), Nicola Cosimo Napoli (Dottore e Commissionario).

Biglietto unico a 15 euro (ridotto studenti 8 euro), prevendita alla Cartoleria Parrulli di Gravina (via Matteotti 2). Infotel: 349.565.78.80.

Se il titolo originale di Traviata doveva essere «Amore e Morte», a posteriori si può ben dire che l’intervento della censura veneziana dell’epoca fece un favore a Verdi, permettendo di adottarne uno ben più forte. Violetta, da lì in poi, divenne non solo un’eroina ammantata di amore e morte, ma fu il simbolo di molte ipocrisie della borghesia dell’epoca, protagonista di una vicenda che aveva coinvolto e addolorato profondamente Verdi, come dimostrano le lettere che il compositore scrisse al suo librettista sull’argomento. D’altra parte il compositore emiliano non aveva alcun timore di provocare scandalo: scelse nel 1852 il soggetto dell’opera di Dumas (grande bestseller dell’epoca) e portò in scena non solo una vicenda decisamente scabrosa (la vera storia della cortigiana Alphonsine Duplessis, amata dallo stesso scrittore francese), ma temi e argomenti appartenenti al presente, se non al vissuto, degli spettatori stessi, con buona pace dei soliti benpensanti: le danze, i costumi, il vizio e il lusso, i giochi e le tresche; persino una malattia temuta come la tisi, di cui muore Violetta. Dopo il fiasco della prima, già un anno dopo Verdi si prese tutte le migliori rivincite, col trionfo dell’opera nella stessa città in cui era prima caduta, e «La traviata» cominciò un cammino inarrestabile, per poi diventare una delle opere più amate dal pubblico di tutto il mondo. E Verdi non poté che brindare «ne’ lieti calici» di tutti coloro che inutilmente l’avevano contestato.

«Siamo particolarmente orgogliosi di questa produzione – spiega Francesco Zingariello – che può contare sulla partecipazione della neonata Orchestra Sinfonica 131 della Bsilicata, composta da musicisti provenienti da tutta Italia e Europa, risultato delle recenti audizioni. La forza dell’opera di Giuseppe Verdi troverà ulteriore vigore negli allestimenti e nei costumi, nel solco della tradizione e nell’esecuzione dell’orchestra stessa, che ha sede operativa a Potenza e Matera. Dopo essersi esibita per la prima volta a Matera, tocca adesso a Gravina, confermando lo spirito di collaborazione e sinergia che è il motore di questa importante formazione».

Redazione

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