Tempo di lettura: 2 minuti
“Autobiografia di mio padre” è la prima opera di narrativa della poetessa Gloria Vocaturo, autrice delle raccolte poetiche “È solo parte di me” e “Speranza”. In questa nuova avventura letteraria ha deciso di parlare di sé e della sua famiglia – «Era una mia urgenza: raccontare di mio padre e riprendere un dialogo interrotto quasi dieci anni fa. Lui mi ha sostenuta nei miei momenti delicati. Il suo ricordo, la sua fede, mi sono stati sempre sufficienti»; l’opera è un vero e proprio omaggio ai legami famigliari, che sono così forti da trascendere anche la morte. E proprio il lutto e la sua elaborazione sono tra i temi principali di questo delicato romanzo, in cui il nostro cammino esistenziale viene inteso come fase di passaggio e di purificazione per raggiungere, dopo altri stadi, la perfezione eterna. La voce narrante dell’opera è il padre dell’autrice, Romeo, che ha raggiunto una nuova fase prima dei suoi congiunti, e li osserva da questo altrove di pace dove ha modo di riflettere sul suo percorso di vita. Gloria Vocaturo ripercorre l’esistenza del padre nei suoi momenti salienti – «Romeo bambino, Romeo ragazzo, Romeo impiegato, Romeo innamorato, Romeo imprenditore, Romeo padre… Quante vite ho vissuto?» – e gli offre la possibilità di comunicare le sue considerazioni sulla vita, sull’amore e sulla morte, per condividerle con noi e spingerci alla riflessione. L’autrice ha immaginato di trovarsi insieme a suo padre mentre viveva la sua vita, e attraverso i suoi occhi ha osservato scorrere la storia italiana: la Seconda Guerra Mondiale, il boom economico, l’avvento del grande cinema italiano, lo scandalo di tangentopoli. La storia del padre è a volte interrotta da brevi capitoli dove egli si pone domande ed esprime i suoi sentimenti; spesso sono riflessioni serene e illuminanti, altre volte, preso dal dubbio, si lancia in interrogativi che forse non avranno mai risposta – «Mi chiedo a cosa è servito esserci nel mondo, se tutto è inconsistente e fragile. Cosa ha voluto mostrarmi lo stratega nella grande scacchiera. Quale partita ha voluto farmi giocare?». Dal suo altrove ultraterreno egli osserva il mondo dei vivi e scopre la forza dell’amore che lega in eterno le persone; ed è questo il messaggio più importante lasciato dall’autrice in questa emozionante opera, attraverso le dirette parole del padre: «Legatevi tra di voi. La famiglia, in tutte le sue forme, è l’ancora della vita, è la purezza dei sentimenti. Non vi perdete».