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Chef in Camicia, la media company di foodtainment che tratta il mondo del Food a 360° in modo del tutto inedito, lancia Fooding Out, una campagna che aiuterà le persone a dichiarare i propri orientamenti a tavola, in libertà e senza dover sentirsi giudicati dagli stereotipi che la cucina italiana spesso “impone”. E quindi ecco la possibilità di rivelare apertamente i propri gusti: pizza col ketchup, carbonara con panna e cipolla, frittata con marmellata, zuppa di pesce con latte… le combinazioni che vengono condivise sotto l’hashtag #FoodingOut e @chefincamicia possono sembrare agghiaccianti agli occhi dei più, ma la campagna mira proprio a sensibilizzare le persone verso un’apertura mentale e ad un’accettazione delle differenze di ognuno di noi. Perché i pregiudizi sono ovunque, anche nella nostra tradizione culinaria.

“Abbiamo voluto dire la nostra su un argomento così delicato nel modo in cui ci riesce meglio, ovvero usando il cibo come chiave di lettura“, spiega Giulia Cavallini, Head of Content Marketing di Chef in Camicia. “Noi amiamo il cibo senza pregiudizi, lo studiamo, lo scopriamo. La cucina è un qualcosa che unisce, non divide. Ognuno dev’essere libero di amare chi vuole, vestirsi come vuole, e anche mangiare quello che vuole, ma soprattutto essere chi vuole”.

Nella Landing Page dedicata alla campagna, Chef in Camicia racconta anche la storia del Pride e delle persone che ne hanno fatto la storia, da Harvey Milk fino a Keith Haring. Ma non solo online: per fare Fooding Out, Chef in Camicia, durante The Square per il Fuorisalone 2022, ha invitato le persone a scrivere su un bigliettino il proprio amore proibito in cucina e ad inserirlo nella Secret Box. L’attività on field continuerà per tutto il mese con la realizzazione di stickers con QR code che riportano alla Landing Page della campagna. Gli stickers verranno attaccati in diversi punti strategici di Milano e tramite Instagram stories si spingerà la community di Chef in Camicia a trovarli e a dichiarare il proprio #FoodingOut.

Questa campagna non ha uno scopo commerciale, non ha sponsor e non fa acquisizione di contatti. Il suo unico obiettivo è la viralità, per diffondere un messaggio di amore che parte dal cibo e che si estende alla comunità LGBTQIA+, durante il mese del Pride e non solo.

L’unione fa la forza: per questo Chef in Camicia contatterà alcuni influencer per invitarli a comunicare lo stesso messaggio di libertà, in cucina, nell’amore e nella vita.

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.