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Non è facile oggi sapere che cosa è accaduto più di Mille o Duemila anni fa con tanta esattezza. E non lo è non solo perché è passato davvero tanto tempo ma anche perché i fatti hanno subito nella loro narrazione tanti cambiamenti dovuti non solo all’inevitabile trascorrere del tempo che nessuno può mai fermare, bensì a ben altri fattori che non sono affatto da dimenticare ma- al contrario- considerare come si deve. In primis -inizialmente- i racconti e la Storia non venivano tramandati in forma scritta ma solo orale. E questo che cosa significa? Che “ il tutto”, passando di bocca in bocca, poteva subire delle storpiature. C’era chi lo faceva apposta a farle e c’è chi le faceva perché non si ricordava bene un aspetto o semplicemente perché non lo riteneva poi così importante e/o interessante. E così qualcosa si è perso, per sempre. E poi quando si è passati a trascrivere, anche in quel caso qualcosa è stato cambiato. Non tutti- infatti- lo hanno fatto fedelmente. Ognuno ci ha messo del suo e il suo punto di vista, quello del vincitore. Abbiamo mai letto la Storia raccontata dai vinti? Mai, o comunque, molto ma molto di rado. Ma un racconto non ha mai- in realtà- una sola maniera valida e corretta per essere raccontato. Un esempio pratico ed efficace in tale direzione? Ce lo propone l’autore, davvero molto abile. Prendiamo due amici. Erano una coppia di fidanzati fino a poco tempo fa. Poi si lasciano. Prima viene lui da noi e ci racconta la sua versione, poi, a insaputa dell’altro, viene lei e ci racconta la sua. Ma nessuno dei due ci ha raccontato la Verità assoluta. Questo non significa che ci abbiano raccontato una montagna di bugie ma che- semplicemente- hanno raccontato i fatti, con tanto di emozioni e di sensazioni personali, secondo il proprio pensiero. E lo stesso si può dire della Storia passata che studiamo sui banchi di scuola. Tale notizia lascerà sconcertati e- persino- scandalizzati i più ma è la mera verità. Ancora increduli? Chi scriveva inizialmente? I ricchi e i potenti. Le donne o gli uomini? Gli uomini. Già anche solo ciò può farci capire quanto fossero faziosi certi racconti che -però- non sono del tutto falsi, questo no, semplicemente non completi. Manca la parte dei vinti o di tutte quelle persone che non avevano realmente voce in capitolo. Pensiamo all’antica Roma: i patrizi erano coloro che “contavano” e che stavano nelle grazie dell’imperatore mentre i plebei erano considerati una sorta di membri di un popolino rozzo e ignorante, tutto dedito al lavoro, perlopiù umile. E per farli contenti e stare belli zitti che si faceva? Si dava loro da mangiare e si organizzavano i giochi! Del resto ai ricchi loro servivano, chi- se no- coltivava i campi, costruiva le loro case e i loro templi? O ancora, chi lavava e cuciva le loro vesti? E poi c’erano gli schiavi che talora erano anche uomini acculturati in quanto divenuti tali in seguito, magari alla perdita in battaglia del loro popolo di appartenenza. Costoro, i più dotti, hanno anche vissuto a stretto contatto con i potenti ma non potevano- di certo- dire la loro in maniera corretta e leale, pena la morte. E’ su queste basi che bisogna accostarsi a questo libro, adatto a un pubblico sia molto giovane che adulto. L’ideale per studiare e ripassare la Storia come si deve, attualizzandola. Il Top!