Concorsi, supplenze, graduatorie, certificazioni varie, corsi di lingua, la Lim e la didattica interattiva, chi ne ha più ne metta. Ogni mese una nuova notizia, tante nuove speranze e tanto studio (MIUR, Orizzonte Scuola Sindacati, giornali, tv, social). I docenti precari, sempre più confusi ma comunque speranzosi e pronti a lavorare. Ormai studiano senza sosta e partecipano a concorsi pubblici per riuscire a stabilizzare la loro posizione lavorativa e diventare di ruolo. Concorsi banditi in pieno anno scolastico, vedi quello svolto a dicembre 2021, dove tra le ore d’insegnamento, le varie programmazioni scolastiche, i vari giudizi di fine anno e le varie recite natalizie da preparare, bisognava trovare il tempo per studiare e prepararsi al concorso.
Come sempre, va sottolineata l’organizzazione pessima dello Stato nel creare concorsi pubblici veloci e in periodi critici. Voglio ricordare che il mondo dei precari va avanti già da tanti anni. Dietro il precariato scolastico, ci sono uomini e donne (di tutte le età) che in
questi anni si sono preparati, hanno preso più certificazioni, hanno intrapreso percorsi formativi con grandi sacrifici economici e si sono iscritti nelle diverse graduatorie GAE, GPS e d’istituto, aspettando la tanto attesa chiamata dalla scuola, per insegnare.
Per non parlare poi dei tanti insegnanti che pur di lavorare si sono trasferiti dal sud al nord Italia e viceversa, stravolgendo la loro vita privata, familiare ed economica. Tutti questi sacrifici risultano inutili perché ogni anno sistematicamente le leggi cambiano, i Ministri
dell’Istruzione cambiano e il mondo della scuola immediatamente va in crisi. Un danno psichico e morale, un danno professionale ed economico enorme per i nostri docenti. Per non parlare poi dell’autostima che ogni volta diminuisce e si sgretola in tanti pezzi.
Questo perché non si intravede un futuro stabile all’orizzonte. Il danno che tanti docenti precari hanno subito e subiscono ogni anno è imbarazzante. Ci sono insegnanti che ogni mattina si alzano con la voglia di lavorare, svolgono il lavoro con passione e con tanto impegno.
Inoltre i Docenti sono “costretti” anche alla valutazione del proprio lavoro, fatta dai dirigenti e dai genitori degli alunni, che spesso sminuiscono la figura del maestro o del professore attraverso interventi inadeguati piuttosto che agire in alleanza con il mondo
scolastico. Docenti che si trovano ogni anno ad abbandonare le loro classi, i legami creati con gli alunni e con i loro colleghi docenti, cancellando velocemente tutto quello che si è costruito professionalmente in un anno di insegnamento.