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“Ulyssa lo sa” è il primo legal thriller di Alessia Sorgato, scrittrice e avvocato penalista esperta in violenza di genere e in vittimologia; nell’opera si narra una storia ambientata durante la pandemia di coronavirus e ispirata a un fatto di cronaca milanese, che ha sollevato più di un dubbio sulla possibilità che si trattasse di un suicidio o di un omicidio. La cinquantenne Asia Soldato, avvocato penalista come l’autrice, sta trascorrendo un periodo felice insieme alla sua amata nipote Ulyssa, da poco giunta da Boston per le vacanze natalizie; la giovane studia legge ad Harvard grazie al contributo economico della zia, che non le ha fatto mancare niente da quando i suoi genitori sono scomparsi. Asia racconta la storia di cui è protagonista in una prima persona acuta e sensibile: ella deve gestire una vicenda complessa che ha a che vedere con un suicidio, che poi si pensa sia un omicidio, la cui vittima è uno stimato ginecologo napoletano esperto in procreazione medicalmente assistita. In una Milano quasi deserta a causa della pandemia, Asia si muove incontrando ostacoli dovuti sia al rallentamento delle normali funzioni per via delle chiusure ma anche alla intransigenza di un Pm che si è già fatto un’idea ben precisa dello svolgimento dei fatti, e non ha intenzione di cambiarla. Asia è incaricata di difendere il presunto colpevole dell’altrettanto presunto omicidio: Diop Ndiaye Mamadou, un rider e ambulante senegalese che sta lottando in Italia, come tanti altri nella sua condizione, per ottenere il permesso di soggiorno e per non vivere più nell’ombra e nell’illegalità. Asia non crede alla sua colpevolezza e inizia subito a indagare; ben presto a lei si aggiunge Ulyssa, che ha una prospettiva fresca e diversa da cui osservare il possibile crimine. A loro si uniscono due amiche della ragazza, che hanno una gran voglia di mettersi alla prova; Asia accoglie di buon grado questa collaborazione, convinta che si debba avere una mente aperta per gestire un caso in cui troppe persone si sono arroccate dietro posizioni intolleranti, dettate dalla provenienza geografica di Mamadou – «Come avvocato mi sono specializzata in difesa delle vittime, ma non abdico alla mia formazione ed esperienza di penalista. Presunzione di innocenza, in Italia? Solo finché non cadi in bocca alla stampa». Le quattro donne, forti dei loro principi, lottano coraggiosamente per far trionfare la giustizia mentre scoprono e decifrano sordidi misteri, e mentre tentano di smantellare delle spesse barriere ideologiche.

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.