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Cinquant’anni di esperimenti, mutazioni stilistiche, ricerca e ispirazione, tutti racchiusi nella pennellata densa e corposa sulla tela: la nuova collezione pittorica del maestro Michele Roccotelli è il risultato del confluire di tutti i periodi che scandiscono il suo percorso artistico, rappresentandone l’apice.
La negazione del contatto umano durante il complesso periodo pandemico, ha portato l’artista a sentire particolarmente vicino il tema dell’abbraccio, e a svilupparlo nella rappresentazione delle sinuose linee dei corpi, avvinghiati in intrecci passionali e smaniosi di trovare il contatto perduto, rifacendosi allo studio del “nudo” appreso alla Scuola d’Arte di Roma.

I soggetti sono adagiati su fondi informi che riprendono il periodo dell’ astrattismo. Abbinamenti di figure geometriche e informali, uso emozionale del colore, pennellate cariche e sovrapposte: un’esplosione di colori ad olio caldi e freddi a contrasto, che conferisce alle opere una frenetica dinamicità. Nonostante il progresso della tecnica e del soggetto, il legame con l’amata Minervino Murge resta per Roccotelli un tema sempre degno di nota; dall’ informità dello sfondo emergono figure geometriche dettagliate di elementi paesistici. Con il cubismo delle forme, è evidente il richiamo ad “Urbe”, quella collezione che aveva riempito le gallerie di Giorgio Ghelfi a Montecatini, Verona e Taranto: finestre, comignoli e panorama della Murgia raffigurati attraverso la regolarità delle linee e dei contorni, figure accostate e sovrapposte, tutti elementi che richiamano le opere donate al comune pugliese ed ora esposte nella pinacoteca dedicata all’artista.

La pennellata che in passato aveva ornato anche materiali di recupero, rendendoli arte, adesso lega saldamente insieme le tappe salienti di una carriera illustre: le linee tortuose del nudo fotografico, la soluzione del colore inteso come espressività, l’astrattismo dello sfondo e la geometria degli oggetti. “Embrace” è quindi il prodotto del lavoro di una vita interamente dedicata all’arte e al suo studio, incentrato su un tema personale ma, ad un tempo, universale: l’artista immortala un gesto di uso non più così comune, un’azione che ci è scivolata tra le dita e che, ancora ad oggi, si fatica a recuperare.

Si segnala che novanta delle nuove composizioni saranno pubblicate nel romanzo biografico del giornalista Lino Patruno (editore Adda, presentazione e critica Toti Carpentieri, revisione Bianca Tragni).

La collezione è visionabile per intero sul sito online dell’artista (www.roccotelli.it)

La foto di copertina e di Roberto Sibiliano le altre sono di Giulia Caracciolo

Giulia Caracciolo