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È caduto, si è fatto davvero molto male. Le ferite erano copiose e sanguinanti ma lui non si è mai arreso. Si è rialzato, ha stretto i denti ed è andato dritto per la sua strada. È dunque un uomo molto caparbio, tosto e determinato Salvatore Cafiero. Uno che innanzi alle difficoltà che la vita gli ha donato fin da quando era molto piccolo, non si è mai lasciato andare. Era magrissimo, pallido e non si reggeva sostanzialmente in piedi, ma ha lottato “con le unghie e con i denti “per se stesso. Ok, non mangiava praticamente nulla ma non perché volesse morire, anzi! Lui non lo faceva perché quando avvicinava alcuni cibi alla bocca per tentare di gustarli poi stava malissimo. Che cosa c’era che non andava in lui e nel suo corpo? O forse il suo malessere nasceva tutto dalla sua testa? Aveva qualche disturbo? No, era soltanto intollerante al glutine, peccato che ci sono voluti tantissimi anni per capirlo e un vero e proprio calvario che lui ha vissuto tutto quanto, senza alcuno sconto, sulla sua pelle, fin da piccino. Quando allora era normale, oltre che vivamente consigliato, trascorrere il tempo con i propri coetanei a giocare, magari a calcio, lui se ne stava da solo a suonare la chitarra. Era lei la sua fedele amica. Lei non lo tradiva e non lo giudicava. Non si vergognava di lui. Lo amava anche se era pallido e tanto debole, oltre che uno scheletro. E anche quando ha iniziato a stare bene lui non l’ha lasciata. E ancora oggi, a distanza di tempo, il suo immenso amore per quello strumento non è cambiato o diminuito. E’- infatti- il suo prediletto con il quale ama salire sul palco e comporre tanta buona musica. Ed è proprio quest’ultima che è stata, ed è anche tuttora, la sua vera ancora di salvezza. Non per nulla il suo primo lungo racconto autobiografico ha come sottotitolo “Il Potere Immenso della Musica”, il campo dove lui si muove, pure con eccellente maestria, da moltissimi anni come grande professionista, molto apprezzato non solo dal grande pubblico e dagli addetti ai lavori del settore, ma anche dai colleghi. Ed è in nome di ciò che ha potuto suonare tantissimo in giro per il mondo e collaborare con nomi altisonanti, che hanno arricchito- e pure notevolmente- il suo già ragguardevole curriculum. Un curriculum che trasuda passione e venerazione per le note e per la ricerca spasmodica del suono perfetto. Non per nulla lui è ancora oggi un vero perfezionista che adora provare ore ed ore con la sua fedele chitarra. Di questo e di molto altro ancora ci racconta l’artista in Phoenix, scritto a quattro mani con la straordinaria complicità della scrittrice e poetessa Lisa Di Giovanni che, con una laurea in Psicologia in tasca, ha saputo cogliere le bellezze ben nascoste in un’anima profonda, ferita e tormentata. Chapeau!