Tempo di lettura: 2 minuti
Una vantaggio minimo, una corsa sofferta e tumultuosa. Uno scrutinio arricchito da sorpassi e contro-sorpassi ma alla fine la Corea del Sud volta pagina, dopo uno scontro serrato e che per molti elettori e giornali rappresentava la scelta di “un male minore” alla guida del Paese.
Quella del “voto utile” o del “meno peggio” non è mai una soluzione politica valida, ma in questo caso ha premiato il conservatore Yoon-Seok-yeol che arresta la prosecuzione del percorso politico di centro-sinistra cominciato in Corea del Sud con Moon Jae-in nel 2017.
Esuberante, intransigente, conservatore e marcatamente liberista, il nuovo Presidente (eletto con un margine di soli 200.000 voti e poco inferiore all’1% rispetto al suo avversario Lee Jae-myung, il “Bernie Sanders coreano”) ha fatto leva sulla sua carriera da procuratore di ferro caratterizzata da una instancabile lotta alla corruzione, alla criminalità e volta in politica ad un marcato anti-assistenzialismo.
Già nel passato molte delle sue dichiarazioni avevano fatto scalpore (alcune nostalgiche del governo autoritario di Chun Doo-hwan, altre legate alle politiche economiche, in particolare riguardanti la settimana lavorativa superiore alle 100 ore e l’abbassamento del salario minimo) ma Yoon sembra voler imbastire la sua avventura presidenziale sul dialogo ed il confronto.
Da sempre estimatore dell’ex Presidente Trump, Yoon ha contattato per primo il Presidente Biden, impegnato sul fronte russo, ribadendogli il pieno sostegno di Seoul alla causa atlantista, liberale ed occidentale, in tandem con il Giappone.
Con l’esito dell’elezione in Corea del Sud, a Pyongyang gli umori si agitano, con Kim Jong-Un che potrebbe ben presto muovere offensive belliche sfruttando il periodo propizio e replicando le sortite militari di Putin in Ucraina, da sempre suo alleato (nella risoluzione ONU che condanna l’aggressione russa, la Corea del Nord ha votato contro).
Mentre il neo-eletto Presidente Yoo rassicura gli elettori e fa leva sull’unità granitica di un popolo da ricostruire per far fronte alle sfide del futuro, ha ribadito che è fondamentale che la finestra del dialogo resti sempre aperta con i vicini del Nord, specificando tuttavia che Seoul, in caso di situazioni di pericolo, non esiterebbe ad attaccare preventivamente, reagendo con severità a qualsiasi irragionevolezza o capriccio di Kim.
Sembrano ormai molto lontani veri periodi di pace in Europa ed Asia ed ormai restano un miraggio tentativi concreti di disgelo diplomatico e geopolitico.