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Tommy Putignano è un ragazzo come tanti: nasce e cresce nella tranquillità di un Paese occidentale e democratico, lavora nel mondo dello sport e gestisce una palestra. Il suo caro amico e compagno di viaggio Giorgio Massarelli è da poco rientrato nel capoluogo pugliese dopo svariati anni di lavoro a Milano nell’ambito della ristorazione. Quando il conflitto russo-ucraino comincia, Tommy si trova a Madonna di Campiglio, in vacanza per la settimana bianca. Progressivamente ha iniziato a sentire vicine le notizie dell’esodo conseguente al contrasto. Tra lunedì 28 febbraio e martedì 1 marzo i due concretizzano le loro volontà decidendo di partire con il van di Giorgio, funzionale per ospitare un numero più consistente di persone. Prima della partenza raccolgono informazioni necessarie riguardo ciò che li aspetta e decidono di mantenersi in territorio europeo, recandosi in Polonia. Espongono il loro pensiero alla comunità italo-ucraina di Bari in via Giulio Petroni da cui ricevono appoggio. Il sostegno arriva anche da donazioni tramite i social e dalla Saicaf, che si offre di coprire il costo complessivo del carburante. Venerdì 4 marzo Tommy e Giorgio si trovano appena fuori Bari quando ricevono una richiesta d’aiuto dalla comunità italo-ucraina situata in via Nicolai: il loro primo compito è quello di alleggerire l’ambiente stracolmo della comunità recapitando affetti personali ad un autobus nei pressi della Moldavia.
Contestualmente ricevono una telefonata di una donna da Lodi che, con voce flebile, chiede di accompagnare in Italia la famiglia di suo figlio, in quel momento a Cracovia. Così inizia il viaggio: con un van colmo di scatoloni, un foglio di garanzia a nome dell’associazione italo-ucraina, e tanto coraggio. Dopo aver lasciato il carico all’autobus di profughi, si dirigono alla stazione di Cracovia, dove incontrano la famiglia Ucraina da recuperare. Alle 17:00 di Sabato 5 marzo giungono a Lodi, e la donna può riabbracciare la sua famiglia. I due passano la notte a Bergamo, ospiti dal padre di Tommy e il loro itinerario prevede il ritorno nella giornata di domenica 6 marzo. Tuttavia i loro piani vengono sconvolti da una nuova richiesta: stavolta hanno il compito di accompagnare quattro profughi ucraini, provenienti dal confine sud, a Bari. Il loro viaggio continua e, durante la notte tra domenica 6 e lunedì 7 marzo, Tommy e Giorgio rimpatriano.
“Al di là dell’esperienza del viaggio, quali sono state le vostre sensazioni nel toccare con mano la realtà di ciò che sta accadendo?” “Due aspetti ci hanno particolarmente colpito”, ci racconta Tommy, “ Siamo rimasti stupiti dal rapporto che si è venuto a creare con gli autisti degli autobus: il loro è il classico atteggiamento degli uomini dell’est, freddi e risoluti, ma hanno manifestato un profondo senso di gratitudine con lo sguardo.” Il secondo aspetto che li ha maggiormente colpiti è stata la situazione della stazione di Cracovia: la gente era in balìa degli eventi avversi e Tommy non poteva fare a meno di chiedersi “Cosa stanno aspettando? Un treno? Un autobus? No, la salvezza.”