“BUTTERFLY è un pezzo che invita a danzare, in ogni dove, in ufficio così come in officina, in una dance hall e nel tinello delle vostre case perché come scriveva Emma Goldman, ” Se non posso ballare… non è la mia rivoluzione!” e questo disco è nato proprio durante il periodo di restrizioni dovute al covid, perché danzare è un gesto rivoluzionario in questo periodo e questa canzone è un inno liberatorio e reazionario! BUTTERFLY è disponibile su tutti i Digital Store del pianeta, ed io conto sul vostro affetto, sulla vostra curiosità e sulla vostra voglia di liberazione!” Eleonora
Dopo quattro anni dall’ultima produzione musicale, Butterfly è il nuovo lavoro discografico di Eleonora Magnifico, artista e attivista Queer, cantautrice e lady della musica indipendente pugliese. Butterfly anticipa l’album “Crystal Diva”, disco autoprodotto, che si avvale della creatività artistica del producer Nicolò De Musso che ha creato per Eleonora suoni synthpop che attraversano diversi generi, strizzando l’occhio all’elettronica pop con riferimenti al sound mitteleuropeo, ma al passo coi tempi. Un disco moderno che mira a un nuovo futuro discografico di Eleonora, che ha scritto testi e musiche dell’intero lavoro. Il disco è stato pensato e idealizzato durante il lungo periodo di look down, in una casa al mare della costa pugliese affacciata sull’Adriatico, ma la realizzazione dei mixaggi e del master è stata completata a Milano, dall’ ingegnere del suono Alessandro Marcantoni al Metropolis. Idealizzazione grafica di Jiroshi Tenshi che ha creato il video di “Butterfly”, omaggiando alcune storiche icone del cinema internazionale, dando surrealmente voce alle Dive di celluloide, con devozione e con l’ironia che contraddistingue da sempre, il percorso artistico e creativo della Magnifico. Un disco a respiro europeo per Eleonora Magnifico, che non rinuncia alla melodia italiana e al pathos dei testi evocativi che invitano in Butterfly, il primo singolo tratto da “Crystal Diva”, a usare le proprie ali per spiccare quel volo necessario e istintivo, verso la libertà e l’indipendenza del proprio essere, al di là di convenzioni e di costrizioni sociali.
Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità.
Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori.
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