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È una persona anziana, l’indiscussa protagonista di questo romanzo, che ci ruberà letteralmente il cuore e che ci indurrà a leggerlo con molta attenzione dalla prima all’ultima pagina. Il finale non è banale, nonostante possiamo sotto sotto aspettarcelo. Tuttavia è il viaggio che faremmo noi stessi durante la lettura che ci aiuterà a comprenderci meglio e ad arricchire la nostra anima, che è il nostro dono più prezioso. L’autore, davvero molto accorto e abile, ci aiuterà a riflettere sul senso della vita e sul trascorrere inevitabile del tempo, che tutti noi ci illudiamo, perché di illusione si tratta, di poter fermare. Ma arriva un momento che comprendiamo che non è possibile farlo, e allora che facciamo? Ci chiudiamo in casa e chiudiamo con questo semplice gesto tutto il mondo fuori. Non vogliamo nuocere agli altri, pur non sapendo chi siano davvero gli altri. È una definizione generica e fuorviante ma che utilizziamo sovente per pulirci la coscienza e spiegare a noi stessi che è giusto così e che non possiamo fare altrimenti. E poi chi può prendersi cura di noi? O ancora, se poi non stiamo bene o ci facciamo male, dobbiamo far correre i nostri parenti più giovani, che devono necessariamente prendersi cura di noi, e questo non è affatto giusto! Loro hanno una vita e un futuro davanti a loro, oltre che un presente che devono vivere intensamente. Hanno un lavoro e talora una prole a cui pensare. Noi diventiamo un peso, ma sovente, più che per loro lo siamo per noi stessi. O meglio per l’idea malsana che ci siamo fatti della nostra persona. Facciamo fatica muoverci e a mangiare certi cibi. Ci stanchiamo facilmente e soffriamo in modo eccessivo dei cambi di stagione. Non abbiamo una grande memoria, siamo diventati spesso piuttosto sordi e non ci vediamo molto bene. È così creiamo fastidio e nel tentativo di darne meno agli altri, rieccoli gli altri, ci chiudiamo riccio in noi stessi. Guardiamo la TV senza nemmeno capire che cosa stiamo osservando, la lasciamo accesa ore infinite, mentre dormicchiamo sul divano o sfogliamo una rivista, già vista un milione di volte. O ancora leggiamo quel romanzo che conosciamo a menadito con l’illusione di tornare con la mente e/o con il corpo ai primi momenti che l’abbiamo letto molti anni prima, quando eravamo ancora giovani e assai aitanti. Viviamo in un passato che non c’è più e che in quanto tale non può più tornare. Ma noi non lo accettiamo, perché il presente ci fa troppo male. Tuttavia capita anche talvolta, come alla protagonista di questa splendida opera, di volerlo vivere il presente, pur avendo il passato nel cuore e volendo far rivivere con un viaggio il ricordo del suo defunto marito in maniera profonda. In pratica compirà una gita in montagna, o meglio in quei posti dove è cominciato tutto quanto, in compagnia di due giovani: il suo vicino di casa e un insegnante, davvero bella e deliziosa. Un romanzo che è un autentico balsamo per il cuore di tutti. Intenso e toccante come pochi.