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La Bibbia è non solo la raccolta delle Sacre Scritture per gli Ebrei e i Cristiani, ma anche il primo e il più antico trattato di viticultura ed enologia al mondo. Contiene centinaia di cenni al vino, alla vite, all’uva e alle tecniche di lavorazione, solo i richiami all’acqua e al pane ricorrono più frequentemente.
Quest’analisi “enologica” del Sacro Testo, alternativa ed interessante, emerge dall’opera “Il vino nella Bibbia”. L’autore è Jabier Marquinez, un enologo spagnolo affascinato a tal punto dalla sfera umana, sociale e culturale del vino ed in particolare dallo stretto connubio con la religione, che ha scritto un volume pensando al prelibato nettare come filo conduttore. Marquinez si esime dall’approccio teologico, individua una nuova chiave di lettura, scopre un libro nel libro per approfondire e analizzare il sacro testo, svelando l’enorme significato simbolico e religioso del vino. Per evitare di cadere in errore, non trascura i riscontri con i grandi scrittori classici come Catone il Vecchio, Plinio il Vecchio, Virgilio e Tito Flavio Giuseppe.
«Quella che era iniziata come una semplice curiosità si è poi trasformata in una specie di ossessione quando ho iniziato a raccogliere i riferimenti biblici al vino e all’uva ed ho cercato di comprenderne il vero significato – scrive Jabier Marquinez – con crescente sorpresa ed emozione continuavo a trovare argomenti che ritenevo sempre più moderni».
Dalla vigna alla coppa: così i capitoli si susseguono, sempre più coinvolgenti e nel rispetto dell’iter produttivo; i passi sono pedissequamente citati. I brani selezionati contengono informazioni tecniche e culturali, ad eccezione dell’ultimo capitolo dedicato all’amore; non mancano le raccomandazioni per godere dei piaceri del vino ed evitare i pericoli dell’abuso. Si affrontano questioni attuali come i contratti di lavoro, le tecniche di innesto, le malattie della pianta, i processi di invecchiamento e vinificazione, gli aspetti legali, economici e politici dell’epoca. I dubbi e le perplessità trovano una risposta. Ai tempi della Bibbia come si sceglievano le varietà da impiantare? Nella sezione dedicata alle viti il mistero è svelato: saprete come si abbinava la varietà al contesto pedoclimatico.
L’edizione italiana è di particolare pregio, arricchita con circa quaranta iconografie attentamente selezionate dallo studioso Cristian Ispir che ha scritto anche una delle prefazioni, mentre l’altra è stata affidata al Cardinale Vicario Angelo De Donatis.
«Il vino era un elemento fondamentale della liturgia sia giudaica sia cristiana.
Per il Nuovo Testamento cristiano, il vino era, mi si perdoni l’espressione, intriso di molteplici significati. Nei Vangeli Gesù disse: “Io sono la vite, voi i tralci” (Gv 15,1). A Cana Gesù trasformò l’acqua in vino. Durante l’Ultima Cena, il vino divenne la base della nuova Alleanza. È stato così che la forza allegorica, tropologica e metafisica della metafora del vino si è diffusa in tutto il mondo. L’iconografia dei manoscritti medievali assorbiva con foga il succo che sgorgava dalla vite cristiana e lo riversava in molti testi».
“Il vino nella Bibbia” è un manuale che ogni appassionato winelover dovrebbe avere nella sua personale raccolta, Marquinez è un esperto laico e privo di pregiudizi che indica nuove strade per imparare a conoscere questa bevanda, così indispensabile e preziosa fin dall’antichità.