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Anche quest’anno Progedit sarà presente con i suoi libri e i suoi autori al “Salone Internazionale del Libro” di Torino, in programma dal 14 al 18 ottobre, presso lo stand della Regione Puglia (Padiglione 3, Stand R102/S102). Per l’occasione, sabato 16 ottobre alle ore 11.30, Giancarlo Visitilli, docente e autore barese, presenta È bravo, ma potrebbe fare di più. Ha le capacità, ma non le sfrutta (Progedit). Chiara Dell’Acqua, docente e scrittrice, dialoga con l’autore. Introduce Gino Dato, editore Progedit.

Questo saggio non ha un titolo. Si tratta di un ritornello che le madri, sempre di meno i padri, ma soprattutto i figli sentono dirsi dagli insegnanti. Da generazioni. Due frasi inutili e senza senso. A cui tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo creduto.
È come se gli insegnanti, nascendo, prima del loro lallare, avessero connaturato nel loro dire quel ritornello. È naturale ripeterlo e dall’altra parte è sempre rassicurante sentirselo decantare. E senza alcune assicurazione, la scuola italiana procede, così, da generazioni: avendo le capacità, senza sfruttarle. Sicuramente potendo fare molto di più.
Visitilli sintetizza il mondo in cui vivono genitori e figli, studenti e insegnanti. Passa in rassegna il tempo della scuola, compreso quello della scuola a distanza, meraviglioso ossimoro, per nulla poetico. E ritrovando nelle Lezioni americane di Calvino la leggerezza, la rapidità, l’esattezza, la visibilità e la molteplicità che mancano ai padri e ai figli. Agli studenti e agli insegnanti. A un Paese che ha le capacità…

L’autore: Giancarlo Visitilli vive e lavora a Bari. Insegna Lettere in un liceo e si occupa di sociale. Ha fondato la cooperativa sociale I bambini di Truffaut, che cura bambine, bambini e adolescenti disagiati. Giornalista e critico cinematografico (“la Repubblica”), ghostwriter per cantautori e scrittore: ha pubblicato E la felicità, prof? (Torino 2012) e La pelle in cui abito (Roma-Bari 2019).

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.