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(… quello che facciamo ai bambini resta per sempre. Provano continuamente a dirci cosa gli è successo, con le parole, con i gesti e con i disegni, attraverso i loro strani comportamenti, ma preferiamo ignorarlo perché dovremmo chiederci noi dov’eravamo, cosa stavamo facendo mentre supplicavano il nostro aiuto.)
Un appartamento in centro, dei lavori di ristrutturazione, un disegno sotto la carta da parati: macabro e profetico, dimenticato per trent’anni e riapparso all’improvviso. Tocca a Sandro Tanzi – ultimo testimone di una borghesia senza scrupoli – scoprire cosa sia successo in quella stanza, come mai quel disegno chiami in causa i suoi genitori e per quale motivo sia collegato alla nuova inquilina del palazzo, la bellissima e misteriosa Angelica Capone. Partendo dall’omaggio a una delle interpreti più brave e sfortunate della musica moderna, Dolores O’Riordan leader dei Cranberries, il romanzo prende in prestito un destino per raccontare una violenza di cui si parla sempre poco e male. Attraverso una narrazione visiva, quasi cinematografica, a tratti sensoriale, La bambina dagli occhi d’oliva racconta le quotidiane colpe degli innocenti e i delitti che commettono anche i giusti, riportando al centro della scena i fantasmi solitamente più duri a morire: i nostri sensi di colpa. Accanto all’incredibile storia di Sandro e Angelica scorrono le voci e i volti di chi è stato condannato a sopravvivere, l’aristocrazia delle vergogne messe a tacere, gli anziani parcheggiati nelle case di cura e gli stranieri chiamati a prendersene cura, gli zombie che frequentano le sale giochi. Sullo sfondo l’agonia della città più bella del mondo, metafora di un tempo che sa trovare pace solo nella guerra. Dopo il successo de La rampicante, Grittani torna in libreria con una storia feroce e bollente, con un viaggio nella città eterna (mai nominata in tutto il romano, quasi per pudore dall’autore) attraverso le colpe e i delitti commessi dagli adulti nei confronti dei bambini: un libro straordinario per intensità e per coraggio, che non affronta il tema della pedofilia ma quello dello omissioni, l’universo insondato e insondabile degli uomini che pur di mandare al macello l’adolescenza si autoassolvono nei secoli dei secoli. Il libro è dedicato alla memoria di Dolores O’Riordan, la leader dei Cranberries che è stata vittima di continue violenze sessuali – dall’età degli 8 a quelli di 12 anni – da parte di un fidato vicino di casa.
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Davide Grittani nato a Foggia nel 1970, ha pubblicato il reportage C’era un Paese che invidiavano tutti (Transeuropa 2011, introduzioni di Ettore Mo e Dacia Maraini) e i romanzi Rondò (Transeuropa 1998, postfazione di Giampaolo Rugarli), E invece io (Robin 2016, presentato al Premio Strega 2017), La rampicante (LiberAria 2018, presentato al Premio Strega 2019, vincitore nello stesso anno delle edizioni dei premi Città di Cattolica, Zingarelli, Nabokov, Giovane Holden e inserito tra i migliori libri del 2018 dall’inserto La Lettura del “Corriere della Sera”). Dal 2006 al 2016 ha curato la mostra itinerante della letteratura italiana tradotta in altre lingue, Written in Italy, esposta in 21 Paesi di 5 Continenti. Editorialista del “Corriere del Mezzogiorno”, collabora con “L’intellettuale dissidente” e “Pangea”.