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Dal novembre 2005 la CDU ha dominato la scena politica europea (con alleanze strette con FDP, CSU ed SPD) portando, grazie all’azione saggia e pragmatica di Angela Merkel, la Germania ad essere la potenza trainante di un’unione spesso in crisi dinnanzi alle sfide globali.
Con la fine del suo ultimo mandato e con il ritiro annunciato dalla vita politica della Cancelliera, in Germania si aprono nuove strade percorribili e non tutte portano alla continuità incarnata da Armin Laschet, il Nordrhein-Westfalen Ministerpräsident (ministro-presidente della Renania Settentrionale -Vestfalia) oltre che Presidente in carica della CDU.
Giornalista e politico di vecchio stampo dal 1994 (anno della sua prima elezione al Bundestag), Laschet ha l’arduo compito di non far rimpiangere Angela Merkel e portare avanti il progetto del centro-destra europeista e liberal-conservatore tedesco.
Accolto con mugugni e qualche malumore (dovuto principalmente al fatto che nell’immaginario tedesco è difficile anche solo pensare ad un “dopo Merkel” con un candidato altrettanto valido) Laschet si ritrova, a pochi mesi dall’annuncio della sua candidatura, in una situazione profondamente difficoltosa.
Spd e Grüne corrono nei sondaggi, ed il dinamismo del leader della sinistra socialista Olaf Scholz sembrano avvantaggiarlo nella corsa alle urne.
Apprezzato ministro della finanza e vice cancelliere tedesco dell’ultimo governo Merkel è, fin dagli albori della corsa elettorale, apparso più sicuro rispetto all’avversario della CDU scavalcandolo nei sondaggi in un vero e proprio terremoto elettorale che scuote una Germania che si ritrova senza la sua punta di diamante politica dopo anni di spessore e successi. Nella serata del 29 agosto c’è stato il primo dibattito pubblico tra i candidati alla vittoria finale ed RTL ha sancito la vittoria di Scholz con circa il 40% delle preferenze degli spettatori.
Il leader della SPD è seguito a ruota da Annalena Baerbock, leader dei Verdi, ritenuta vincitrice dal 30% degli spettatori.
Fanalino di coda, nonostante sia apparso più sicuro ed abbia dato una svolta ad una campagna da molti ritenuta “soporifera”, proprio Armin Laschet con circa il 25% delle preferenze.
Durante il dibattito sono emerse le prime indicazioni sul possibile futuro della politica tedesca, con Scholz che ha lodato la collaborazione che l’ha unito alla leader del partito verde (lasciando intuire come un governo rosso-verde sia, anche in base ai sondaggi attuali, più che una suggestione politica).
In tutta risposta Laschet ha ribadito la sua netta propensione a continuare l’operato di Angela Merkel, con uno sguardo vigile al clima ed all’economia (è ben noto l’ambientalismo di Laschet, nonostante gli attacchi alla leader Grüne riguardo i pannelli solari e le possibili politiche economiche applicabili da frange progressiste e che potrebbero danneggiare il paese) ed al mantenimento della Germania come chiave di volta dell’Unione Europea.
Il segretario e volto della CDU sfiderà quelli che a suo modo di vedere sono “venti contrari” incarnando una “bussola interna per affidabilità e fermezza”.
Mentre il partito soffre una leadership di spessore inferiore rispetto ad Angela Merkel e si vede scavalcato in maniera burrascosa nei sondaggi, dalle parti dell’Unione Cristiano-Democratica di Germania a preoccupare sono altri due ed inattesi fattori: l’ascesa dell’estrema destra dell’AFD (Alternative für Deutschland, ben radicata in numerose regioni come quella della bassa Sassonia) e la possibilità che la consistente quota di indecisi, non considerati nei sondaggi, possa virare su una strada alternativa alla vecchia CDU, consci che per offrire uno spirito di continuità con un passato glorioso, bisogna essere in grado di incarnarne meriti ed essenza ed Armin Laschet in questo sembra aver fallito…per ora.
Alarico Lazzaro