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“Conoscere a 17 anni Diego Armando Maradona, il più forte calciatore di tutti i tempi, ha rappresentato per me una tappa indelebile, un sogno. Un’esperienza straordinaria non solo sul piano calcistico, ma anche su quello umano”. Sprizza energia da tutti i pori quasi indossasse ancora la maglia del Napoli, Ciro Ferrara, 54 anni, napoletano verace, allenatore, pluricampione, uno dei difensori più forti al mondo, sette scudetti di cui due con il Napoli. Ciro, definito da Maradona il più grande difensore del mondo, è a Polignano a Mare, nello splendido hotel Cala Ponte, per il suo libro “Ho visto Diego: E dico ‘o vero”, edito da Cairo, che sarà presentato oggi alla rassegna “Un borgo di libri e canzoni” a Rutigliano, nel Barese.
Cosa vuole essere il suo lavoro?
“Un omaggio al grande amico Diego. Visto come uomo, capace sempre di assumere posizioni forti, ma magnanimo in ogni situazione. Ripercorro le tappe più importanti del nostro rapporto di amicizia vera”.
Cosa le ha trasmesso il rapporto con Maradona?
“Il senso dell’amicizia con la A maiuscola, della semplicità”.
Restando proprio su quest’ultima virtù, la semplicità, come si concretizzava?
“Basti pensare che un campione del suo calibro continuava a fare della semplicità uno dei tratti dominanti della sua persona. E ciò di certo non passava inosservato alla tifoseria, ai compagni di squadra, rendendolo uno di loro”.
Mi ricorda un episodio che ha esaltato la vostra amicizia autentica?
“Certo. Diego è tornato a Napoli in occasione del mio addio al calcio. E quando gli ho confessato di essere sorpreso dal suo ritorno per salutare me, lui mi ha detto: “Ma come hai potuto pensarlo? Te l’avevo promesso”. E se questa non è amicizia vera, ditemi voi cos’è”.
Insomma, Ciro, dopo aver centrato tutti gli obiettivi nel calcio, intende fare altrettanto nella scrittura?
“No. Sentivo di fare ciò e perciò l’ho fatto. Mi stimola mettermi in gioco. Ho voluto scrivere questo libro per i 60 anni di Diego”.
Ha avuto modo di constatare l’altruismo di Maradona?
“Certo, in molteplici occasioni. Ha fatto del bene a moltissime persone”
Testo e foto di Giorgia Mangano