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Nonostante il forte rialzo dei prezzi dell’energia, in Puglia quella prodotta da fonte solare fa segnare un nuovo minimo record di costo per le imprese: 103 euro/MWh. A metterlo in evidenza è EnergRed (www.energred.com), E.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle pmi italiane, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili e sul solare fotovoltaico.
Il risultato è stato ottenuto grazie a due fattori, un LCOE (levelized cost of energy) per il mondo industriale più basso – raggiunto proprio da EnergRed insieme al partner GrowUp Energy, azienda di servizi legati alla vendita dell’energia fondata da Pierluigi Cipriani – ed una maggiore disponibilità di risorsa solare nella fortunata regione italiana.
In Puglia le imprese hanno tuttavia l’opportunità di avere l’energia solare disponibile ad un prezzo medio di 0,121 euro/kWh con minimi di 0,103 euro/kWh. Considerando il bilancio energetico della regione (dati Terna), si prefigura un possibile risparmio diretto per il solo settore industriale del 37% – pari a circa 100 euro/anno per ogni kW di potenza installata – in grado di sbloccare 152 milioni di euro/anno di risorse per le imprese.
Per la Puglia – una delle regioni più avanzate dal punto di vista normativo sui temi dell’autoconsumo e delle reti intelligenti – significherebbe anche poter destinare una parte di tali benefici ad iniziative come il reddito energetico. Anche solo l’1% di tale tesoretto, derivante dall’autoconsumo delle imprese da fonte fotovoltaica, se condiviso con la società, permetterebbe di aiutare circa 400 famiglie all’anno.
Basandosi sui dati dell’Energy Innovation Report 2021 dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano e sull’applicazione dei modelli economici ed ingegneristici di EnergRed attraverso la metodologia “Care&Share” di cui l’azienda è proprietaria, i ricercatori Dorina Polinari e Giorgio Mottironi sono riusciti a dimostrare che il levelized cost of energy (LCOE) – costo livellato dell’energia – in Italia è del 10% più basso rispetto alla media europea.
“Il costo livellato dell’energia è un indice della competitività di diverse tecnologie di generazione di energia elettrica, diversificate per tipo di fonte energetica e per durata della vita media degli impianti. Rappresenta una stima economica del costo medio necessario per finanziare e mantenere un impianto di produzione energetica nel corso della sua vita utile, in rapporto alla quantità totale di energia generata durante lo stesso intervallo di tempo”, spiega Giorgio Mottironi, che è anche marketing manager di EnergRed.
“Senza contare i costi indiretti quali danni ambientali e socio-sanitari, i costi di generazione da fonti fossili arrivano a pesare fino a 0,20 euro per ogni chilowattora contro i 0,06 euro del solare fotovoltaico” prosegue Mottironi.
Facendo riferimento anche al Quaderno Energia, Economia e Società Nro. 3 del GreenVestingForum (www.greenvestingforum.it), la ricerca ha preso in esame anche il peso della tecnologia e quello impositivo: in Italia il 20% del costo dell’energia per le aziende è legato alle accise che si versano allo Stato per l’autoconsumo.
“Il costo principale rimane comunque legato alla tecnologia”, dichiara Moreno Scarchini, ceo di EnergRed, “Ma il levelized cost of energy della tecnologia fotovoltaica è tra i più bassi in assoluto, ovvero circa 0,06 euro per chilowattora. Le fonti fossili che competono con le capacità produttive del fotovoltaico hanno invece un LCOE variabile tra 0,06 e 0,20 euro per chilowattora”.
In Italia per le aziende tale costo è stimato in 0,70 e 0,80 euro per chilowattora, calcolati su una taglia di 600 kWp, ed è ipotizzabile che arrivi anche a 0,95 euro per chilowattora per le dimensioni imprenditoriali più piccole”, aggiunge Paolo Cecchini, cto di EnergRed, “EnergRed, tuttavia, grazie alle proprie capacità e metodologie progettuali, è già riuscita portare questo costo a 0,061 euro per chilowattora: il 35% in meno rispetto ai dati del mercato per un impianto di taglia compresa tra i 100 kWp ed i 250 kWp. E addirittura a 0,054 euro per chilowattora nelle regioni del Sud, che sono più assolate, facendo segnare un record per il costo in autoconsumo dell’energia per le aziende”.
“Questo dimostra – conclude il ceo di EnergRed – come il potenziale della tecnologia è molto più ampio se misurato sul campo e nel nostro Paese, rispetto a modelli macroeconomici, pur di loro già sorprendenti, potendo così garantirci un vantaggio competitivo rispetto agli altri Stati nella corsa alla neutralità climatica ed in particolare alla carbon neutrality, in cui il “solare” e l’autoconsumo sono certamente il primo passo da compiere» conclude il ceo di EnergRed”.
L’obiettivo di EnergRed è ora quello di rendere entro la fine del 2022 il fotovoltaico la fonte di energia più conveniente per le aziende, portando l’LCOE a 0,054 euro per chilowattora in tutta Italia, anche senza bisogno di investimenti per acquisto o gestione dell’impianto. Alle aziende sarebbe così garantito un beneficio diretto variabile tra i 3.045 ed i 3.800 euro per kWp di potenza fotovoltaica installata, grazie al risparmio derivante dall’autoconsumo. A cui si aggiungerebbero anche altri 400 euro per kWp derivanti dal “valore dell’asset”, considerando il suo intero ciclo di vita.