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Mancano meno di 24 ore a quello che potrebbe essere un epilogo calcistico fra i più romanzeschi della storia, in una stagione cominciata tra incertezze e difficoltà, e proseguita con l’esonero di Frank Lampard, storica bandiera dei Blues.
Con l’arrivo di Tuchel il Chelsea ha cambiato pelle ed ha saputo soffrire e colpire avversari ostili e più quotati come Atletico Madrid, Porto e Real Madrid, nel silenzio spettrale degli stadi vuoti a causa della pandemia.
Una parabola ben nota e che riporta alla mente dei tifosi del Chelsea la rocambolesca stagione 2011-12, la più folle e vincente della storia del club londinese.
Un’annata cominciata con la guida in panchina del portoghese Villas-Boas, capace di stregare il patron Roman Abramovič grazie alla giovane età ed i trionfi sulla panchina del Porto (come un certo Mourinho di cui fu vice) e terminata con il double Champions league ed F.A Cup con l’italiano Roberto Di Matteo in panchina.
Nel 2012 quella del Chelsea fu una cavalcata clamorosa, dai risvolti storici quanto inaspettati.
A Febbraio, dopo il 3-1 subito a Napoli, la squadra vive un periodo di forte crisi identitaria e di gioco, con i senatori dello spogliatoio (Cech, Terry, Lampard e Drogba) che avevano chiesto a gran voce l’esonero del precedente tecnico. Con l’arrivo del nuovo tecnico, la musica cambia e comincia la sinfonia blues.
Il trionfo comincia a marzo, con un timido 1-0 allo Stoke City targato Drogba, l’uomo della storia, ma il capolavoro di Di Matteo è in Coppa Campioni, dove la squadra londinese ribalta 4-1 ai supplementari il Napoli, supera il Benfica nei quarti e si ritrova in semifinale dinnanzi ad uno scoglio a tratti insormontabile: il Barcellona campione di “tutto”, del Tiki-Taka di Guardiola, del miglior Messi della storia.
La notte del 18 aprile, a Stamford Bridge, la prima impresa è servita.
Il Chelsea vince 1-0 con il solito Drogba e si arrocca in difesa contenendo i funambolici attaccanti blaugrana, tra cui Messi ed uno scatenato Sanchez.
Tra i legni della porta, le parate di Cech ed i salvataggi miracolosi di Ashley Cole sulla linea i londinesi vincono il primo round, ma la sensazione è che la qualificazione sia tutt’altro che in cassaforte.
Al Camp Nou, sette giorni dopo è una girandola di emozioni.
Il Barcellona passa in vantaggio con Busquets e raddoppia con Iniesta. Tra le due reti Terry, il capitano, perde la testa e viene espulso dopo un pessimo intervento difensivo.
Quando comincia a manifestarsi l’ombra di una goleada, in pieno recupero, Ramires, imbeccato da Lampard, scavalca Valdes con un preciso pallonetto… con il 2-1 il Chelsea ritorna virtualmente in finale.
Nel secondo tempo accade l’impossibile. Messi fallisce un calcio di rigore ed il Chelsea soffre tremendamente l’inferiorità numerica. I blues di Di Matteo sono un blocco granitico e resistono fino al 92esimo.
L’urlo di gioia dei tifosi londinesi presenti in Spagna esplode grazie a Fernando Torres, che scatta in contropiede, salta Valdes e deposita in rete il pallone del 2-2. Sconfitta sul tabellone evitata, finale conquistata con un gol dell’acquisto record del precedente calciomercato, fino a quel momento “oggetto misterioso” della rosa blues.
Il 19 maggio 2012, a Monaco, contro lo stesso Bayern va in scena un dramma sportivo per i tedeschi, che dominano per 83 minuti e riescono a segnare nel finale con un giovanissimo Thomas Müller.
2 minuti più tardi, dagli sviluppi di un corner, a spingere in rete il pallone che porta il Chelsea ai supplementari è ancora una volta Didier Drogba, l’uomo della provvidenza.
Ai supplementari il Bayern spinge, il Chelsea resiste.
Al 95esimo l’episodio chiave: Drogba commette un fallo ingenuo, è rigore per il Bayern.
Dal dischetto Robben si fa ipnotizzare da Cech, mandando in visibilio Ramires, Terry e Meireles (protagonisti della cavalcata, ma squalificati in tribuna per la finale).
La lotteria dei rigori è una nuova, ennesima rincorsa londinese.
Al primo errore di Mata seguono i centri di David Luiz, Cole, Lampard.
Per i tedeschi falliscono il tiro dal dischetto le bandiere Olic e Bastian Schweinsteiger.
L’ultimo rigore, quello decisivo lo realizza Drogba che dopo anni da simbolo del Chelsea, corona alla sua ultima presenza la sua storia d’amore con il club di Londra.
9 stagioni dopo i blues ci riprovano in un derby europeo (post Brexit) contro il Manchester City, allenato dallo stesso Guardiola a cui il club londinese regalò due beffarde notti da incubo nell’aprile 2012.
Ancora oggi, ricordando l’incredibile cammino della loro squadra verso il sofferto trionfo di Monaco di Baviera, i tifosi del Chelsea continuano fermamente a sostenere: “se esiste un Dio del calcio, nella stagione 2011-12 ha senza ombra di dubbio tifato Chelsea”