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Un giorno mi lascerai volare via, mamma? E aspetterai il mio ritorno, seduta alla finestra? Mi aspetterai, vero? Aspetterai che io ritorni a casa con l’aria tra i capelli? Resterai sveglia tutta la notte? E’ vero che non ti dimenticherai mai di me? Sabato 29 maggio alle 19.30 debutta al Teatro Radar di Monopoli una nuova creazione tout public di Factory e Fondazione Sipario Toscana nell’ambito della XXXIII edizione del Maggio all’Infanzia.

Peter Pan è la storia di un’assenza, di un vuoto che spesso rimane incolmabile, quello di un bambino che non c’è più. E’ l’inseguimento di un tempo che sfugge al nostro richiamo e che a volte si ferma, la ricerca delle esperienze che ci fanno diventare grandi senza volerlo e troppo presto. L’ispirazione viene dalle avventure di Peter e Wendy e dall’atmosfera un po’ misteriosa del primo romanzo di James Matthew Barrie, Peter Pan nei Giardini di Kensington dove il sentimento autobiografico di una mancanza incolmabile spinge l’autore a creare un mondo parallelo, un giardino prima, un’isola poi, dove i bambini caduti dalle carrozzine e dimenticati dai propri genitori si ritrovano in uno spazio senza confini fisici e temporali. E l’isoladelmaipiù, Neverland, è forse dentro la testa di ogni bambino, un posto dove vanno a finire le cose dimenticate dai grandi, per cui non c’è spazio nella vita reale. E’ qui che Wendy riesce a trovare la giusta distanza con il suo essere bambina, qui che sente il desiderio di crescere, di abbandonare l’isola senza recidere quel legame con la propria infanzia che fatica a rimanere con noi tutta la vita: una finestra che chiudiamo diventando grandi e che, invece, dovremmo tenere aperta, in contatto con la nostra realtà e il nostro essere adulti.

Con lo stesso ensemble di Diario di un brutto anatroccolo, Factory si cimenta in questa nuova creazione attraversando temi fondamentali per la crescita dove sogno, vita e morte corrono sullo stesso filo e possono essere entrambe una grande avventura, a dirla come Peter.

Peter Pan non è solo la teatralizzazione del testo di James Matthew Berrie, è invece anche e soprattutto un’opera in grado di parlarci di mancanza d’affetto e del bisogno che abbiamo dall’abbraccio con gli altri; ci parla di aspirazioni e di sogni questo Peter Pan, ci parla di amicizia e d’invidia, d’amore e di gelosia, di morte e di applausi che annullano anche la morte e ci parla del modo nel quale – ad esempio proprio attraverso il teatro – è possibile, anche da adulti, continuare a credere: negli indiani, nei pirati, nelle fate; nel becco dei gabbiani, nel gelato al cioccolato, nella schiuma del mare; negli alberi dal tronco bucato, nella polvere di stelle, nella capacità di volare. 

PETER PAN

di Tonio De Nitto

collaborazione drammaturgica Riccardo Spagnulo

con Francesca De Pasquale, Luca Pastore, Benedetta Pati, Fabio Tinella

Regia di Tonio De Nitto

coreografie Barbara Toma 

Musiche Paolo Coletta

Scene di Iole Cilento e Porziana Catalano

videomapping di

Emanuela Candido, Andrea Carpentieri, Andrea Di Tondo – Insynchlab

Costumi di Lapi Lou

Sarta Mariarosaria Rapanà

Luci di Marco Oliani

Assistente di produzione Daniele Guarini

Organizzazione Francesca D’Ippolito

Produzione Factory compagnia transadriatica – Fondazione Sipario Toscana

Si ringraziano 

Ilaria Carlucci, Teatro Comunale di Novoli, La città del Teatro, Manifatture Knos

Redazione

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