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La Pandemia da Covid-19 ha cambiato abitudini e costumi degli italiani, costretti a modificare il proprio modo di vivere. Per non parlare delle attività lavorative, costrette per lunga parte alla chiusura forzata per gran parte dell’ultimo anno e mezzo. Tra i settori più colpiti dalle restrizioni imposte dal Governo c’è sicuramente quello del gioco legale, azzerando i punti di gioco e dirottando l’intera utenza nel mondo del gioco online.

Il passaggio al gioco online per tutti gli utenti interessati al gambling ha ovviamente creato una nuova tipologia di giocatori: più smart, veloce, immediato e soprattutto con accesso diretto e universale da qualsiasi dispositivo mobile. L’obiettivo, anche per le tante aziende e i migliaia di lavoratori fermi, è che anche il gioco fisico possa riprendere al più presto. A tal proposito – secondo le indiscrezioni raccolte dalla redazione di Gaming Report – si sta avanzando l’ipotesi di una possibile ripresa delle attività per il prossimo 2 giugno, ipotesi al vaglio del governo. Ebbene, in caso di ripresa, ci si chiede se e come cambierebbero le abitudini dei giocatori ormai abituati al gioco da casa.

Gli italiani sarebbero pronti a tornare. A stabilirlo è un’analisi condotta dal Istituto di Ricerca Ipsos “Percezione del danno generato dalla pandemia per i settori dimenticati – Il punto di vista della popolazione italiana”. L’obiettivo dello studio è analizzare la ricaduta che la pandemia ha avuto, dal punto di vista dei consumatori, sui settori economici e produttivi. Compreso quello del gambling.

È stato analizzato un campione di 1000 italiani, tra i quali rientrano numerosi Millennials, fascia di interesse principale dell’economia globale, e il risultato integrato con altri studi condotti da Ipsos: multifinanziaria-Imprese, Imprese&Covid, l’Italia ai tempi del Covid19.

Ebbene dall’analisi si evince come un campione del 54% degli intervistati, in relazione alla filiera del gioco, abbia dichiarato di non aver mai frequentato una sala giochi. Alla domanda sulla possibilità di tornare in un luogo abitualmente frequentato, dopo ovviamente aver riaperto in sicurezza, il 33% del campione del settore giochi e scommesse ha dichiarato “certamente”. Il 39% afferma “probabilmente”, il 22% “probabilmente no” e un esiguo 6% “certamente no”. Con sondaggi che toccano il 72% di risposte positive è molto probabile che nel momento della riapertura il mondo del gioco legale in presenza fisica torni alla normalità.

Altre attività come bar, pasticcerie, piscine, palestre, autolavaggi, turismo stagionale, ristoranti e pizzerie raccolgono maggiori consensi. Parliamo di attività più consolidate nelle abitudini degli italiani e che dunque arrivano ad una percentuale di “certamente” che varia dal 42% al 55%. Secondo gli intervistati le categorie più colpite dalla Pandemia sono quelle della ristorazione, del turismo, dello sport e le palestre, ma anche discoteche, trasporti, centri estetici e parrucchieri, scuole e università. Solo una piccolissima parte – forse a causa dello scarso interesse che il governo e parte dei media gli hanno dedicato – ha inserito anche il settore dei giochi e delle scommesse.

L’ultima fase dell’analisi condotta dal Rapporto Ipsos riguarda gli aiuti ricevuti dalle attività colpite della crisi economica. Il 46% del campione li ha bollati come insufficienti, il 30% efficaci in alcuni settori ma non in altri, il 13% del tutto assenti, il 6% sufficienti.

Addirittura c’è un 6% del campione che ritiene il gioco pubblico avvantaggiato dalla Pandemia. Molto probabile che chi si è espresso in questo modo abbia considerato soltanto il comparto del gioco online (che ha avuto una notevole impennata), dimenticando la filiera del gioco fisico arrivata ormai al collasso. Il 37% sostiene che la filiera del gambling non sia in difficoltà, il 18% che sia stato sostenuto adeguatamente, il 20% che sia in difficoltà e soltanto il 16% ritiene che sia stato abbandonato.

Una percezione che probabilmente non rispecchia la realtà.

Redazione

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