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Al posto dell’ex Ilva una Gigafactory di Tesla: la provocazione fatta da alcuni autorevoli sostenitori di Tesla a cui ha aderito anche il pugliese Lorenzo Ranieri, amministratore delegato di Evcharging, la società di produzione e distribuzione di colonnine di ricarica per auto elettriche, che è da sempre un grande sostenitore del famoso brand americano, di proprietà di Elon Musk. Secondo i sostenitori del progetto, sarebbe così possibile risolvere tanti problemi che affliggono il tarantino e l’area dell’acciaieria: inquinamento, impoverimento delle risorse territoriali, ricadute sull’industria del turismo, sviluppo di un’area che ha eccellenti collegamenti terrestri e marittimi. L’acciaieria, che ora appartiene ad ArcelorMittal e nel cui capitale è in procinto di entrare Invitalia, è da sempre al centro di polemiche per il suo impatto ambientale. Il ciclo di produzione di questo tipo di acciaio, non certificato come ”verde” quindi prodotto con fonti energetiche climalteranti, è comunque destinato a cessare ora che molte industrie che lo acquistavano (per esempio Volvo) hanno deciso di rifornirsi solo di acciaio ”verde”, a minimo impatto ambientale, tutto ciò in vista delle necessarie riduzioni di emissioni che dovrebbero portare alla ”carbon neutrality” entro il 2050, così come deciso dalla Comunità Europea, che in futuro finanzierà solo progetti eco-compatibili.
Il senso dell’iniziativa di Tesla Owners Italia è coerente con questi obiettivi e per di più contribuirebbe alla bonifica e alla conversione dell’intera area verso lo sviluppo di lavoro e produzioni più integrate con le risorse naturali del luogo. Il Club porterà la proposta anche in Parlamento e al giudizio delle autorità locali, dei lavoratori dell’ex-Ilva e dei cittadini di Taranto con una campagna di sensibilizzazione.
Attualmente la più grande Gigafactory di Tesla è in Nevada: copre quasi 180 mila metri quadrati per un totale di oltre 460 mila metri quadrati di spazi operativi considerando i diversi piani. Inaugurata nel 2014, è ancora in fase di costruzione ma già operativa e sfrutta solo energia rinnovabile.
Elon Musk, tuttavia, ha in programma molti investimenti fuori dagli USA, in Cina e in futuro anche in India. In Europa ha già quasi completato una fabbrica di vetture vicino a Berlino, che sarà completata molto presto. La posizione di Taranto sarebbe strategica per una Gigafactory di batterie, con grandi aperture per il trasporto delle merci verso il Medio ed Estremo Oriente, dando lavoro e qualità anche al Porto di Taranto, anch’esso destinato al declino se non convertito molto presto verso una strategia di minimo impatto ambientale. È possibile che Tesla intraveda una buona opportunità in Taranto, considerando anche una affinità con un altro business di altissimo livello: il vicino aeroporto militare di Grottaglie potrebbe essere una base perfetta per le attività di Space X, il programma spaziale di Musk che vedrà fra tre anni il ritorno dell’uomo (e della donna) sulla Luna.
Sempre in Puglia a breve aprirà a Bari la prima stazione di ricarica per auto elettriche di Evcharging (articolo tratto da La Stampa).