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Sempre più spesso sentiamo parlare di persone che presentano una personalità narcisista, ma cosa significa esattamente questo termine e che ripercussioni ha sulla vita di tutti i giorni?

Il narcisismo è stato studiato dalla psicologia e viene descritto come una tipologia di personalità dalle molteplici sfaccettature, piuttosto diffuso nella società attuale ed in costante aumento.
Chi soffre di questo disturbo presenta alcune caratteristiche tipiche, sia positive che negative, che rendono facile l’identificazione del narcisista.

In primo luogo chi ha una personalità narcisista presenta una vera e propria ossessione nei confronti di se stesso: il soggetto narcisista crede di essere superiore a tutto e a tutti e questo, ovviamente, ha delle ripercussioni negative nei confronti del mondo esterno, in quanto ogni relazione con gli altri diviene estremamente complicata.
Ma non solo: il soggetto narcisista ha un costante bisogno di adulazione, ovvero di trovare qualcuno che confermi la sua superiorità e che lo ammiri, perché solo in questo modo egli può sentirsi appagato.

Infine, il mondo del narcisista è piccolo e limitato perché prevede l’esistenza di una sola persona: se stesso. Questo determina una mancanza di empatia nei confronti degli altri, un atteggiamento arrogante ed infine un pronunciato egoismo. Per questo spesso le sue relazioni sentimentali si basano sulla sottomissione psicologica del partner.

Quelle che abbiamo appena descritto sono senz’altro le caratteristiche negative dei soggetti narcisisti che, tuttavia, presentano anche dei punti di forza. Se guardiamo alla nostra realtà, infatti, ci accorgiamo che queste persone tendono ad apparire come dei leader da seguire.

Ciò è determinato non soltanto da un carattere spesso carismatico ed intraprendente, che spicca tra la folla, ma anche da un aspetto molto curato. Dalla forma fisica alla scelta dell’abbigliamento, niente è lasciato al caso, visto che chi si sente superiore vuole apparire sempre al meglio, soprattutto rispetto agli altri. Il narcisista sa vendersi bene, utilizzando un espressione in voga, partendo proprio da come si presenta agli altri, anche se molto spesso si tratta solo di un illusione.

Non si tratta di teorie astratte, ma di studi condotti su persone che rivestono posizioni di leadership in politica, nelle grandi aziende, ma anche all’interno di gruppi più piccoli come la famiglia o gli amici: è stato infatti dimostrato che molto spesso i soggetti con disturbo di personalità narcisista ricoprono i vertici più alti delle associazioni umane.

Ma quando nasce la personalità narcisista, in età adulta oppure è possibile cogliere dei segni già nell’infanzia? Si sviluppa autonomamente oppure emerge come conseguenza di qualche evento dell’età evolutiva?

A queste domande non è ancora stata data una risposta univoca anzi, spesso è stato riscontrato che il narcisismo è determinato da una serie di cause (biologiche, psicologiche e sociali) connesse tra di loro.

Quello che è stato dimostrato, però, è che i primi segni di questo disturbo compaiono prima dell’età adulta. Non è possibile prendere come riferimento l’infanzia (l’età che va dalla nascita fino alla preadolescenza) perché in questo caso i segnali di narcisismo possono essere temporanei e poco indicativi.

Bisogna quindi osservare l’individuo in quell’età che va dal termine dell’infanzia fino all’adolescenza, durante la quale avvengono i principali cambiamenti relativi al carattere. Proprio questa fase evolutiva si è dimostrata fondamentale per lo sviluppo delle doti di leadership.

Appurato che il disturbo di personalità narcisista si sviluppa ben prima dell’età adulta, recentemente un gruppo di ricercatori (Eddie Brummelman, Barbara Nevicka e Joseph M. O’Brien) hanno deciso di condurre uno studio dal titolo “Narcisismo e leadership nei bambini” pubblicato sulla rivista Psychological Science, ponendosi il seguente interrogativo: i ragazzi che presentano segni di disturbo di personalità narcisista hanno maggiori possibilità di diventare dei leader rispetto a chi non li presenta?

Per rispondere a questa domanda lo studio ha coinvolto più di 300 ragazzini olandesi tra i 7 e i 14 anni (di questi poco più della metà erano ragazze) che sono stati analizzati (attraverso la somministrazione di un test) utilizzando la scala del narcisismo infantile, per capire chi tra loro presentava questa personalità in modo più o meno marcato.

Successivamente sono stati formati gruppi composti da 3 soggetti e ad ognuno di questi gruppi è stato assegnato un leader in modo casuale e un compito da svolgere insieme.
Quello che è emerso dallo studio è stato davvero molto interessante.

In primo luogo è stato osservato che i bambini con un alto punteggio di narcisismo, ottenuto nel test iniziale, tendevano effettivamente a prevalere come leader all’interno dei gruppi ma non solo, essi avevano (a differenza dei loro coetanei) un’alta opinione di se stessi, percependosi come dei capogruppo validi e migliori.
Quello che è stato rilevato, però, è che questo aspetto non era sempre vero: pur percependosi come migliori degli altri, i leader narcisisti non eccellevano e non portavano un vantaggio significativo rispetto ai non narcisisti.

Altro dato interessante emerso dalla ricerca è che i bambini narcisisti, a differenza delle loro controparti adulte, non tendono a danneggiare in modo significativo le prestazioni del loro gruppo. Il narcisismo può avere minori costi interpersonali nell’infanzia rispetto all’età adulta, forse perché i bambini sono generalmente meno dominanti socialmente degli adulti, rendendoli meno inclini ad agire contro gli interessi del proprio gruppo.

Ma allora perché i narcisisti tendono a dominare e ad essere seguiti?

“Una delle possibili spiegazioni è la cosiddetta teoria dell’autoinganno”, spiegano gli esperti del portale PsicologiOnline.net.

“Quando una persona ha un’alta reputazione di se stessa riesce a porsi in modo vincente nei confronti degli altri, a prescindere dalle sue effettive capacità e meriti. Anche i bambini narcisisti coinvolti in questo studio, ritenendosi migliori rispetto ai compagni, sono riusciti a persuadere gli altri membri del gruppo a seguirli, malgrado non ci fossero degli elementi reali a sostegno della loro millantata superiorità”, continuano gli esperti del portale.

Da questo studio si possono quindi trarre due importanti conclusioni.

“La prima è che, traslando i risultati di questo esperimento dal mondo dei ragazzi a quello degli adulti, emerge che i leader narcisisti non sempre rappresentano il meglio per la società, anzi spesso pongono in essere dei comportamenti non etici e poco collaborativi arrivando anche a danneggiare il gruppo sociale che vogliono guidare.
La seconda è che, se vogliamo davvero incoraggiare queste personalità dominanti a diventare dei leader di successo, dobbiamo incentivare le scuole a mettere in atto degli interventi fin dalla prima infanzia, in modo da insegnare ai ragazzi, che presentano dei segni di narcisismo importanti, delle tecniche di leadership efficace. Solo in questo modo il carattere carismatico potrà fondersi con un atteggiamento positivo e collaborativo, in grado di guidare i gruppi sociali verso risultati ottimali per tutti”, concludono gli esperti di PsicologiOnline.net.

Redazione

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