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In principio fu la condivisione di case, poi auto, barche. E ora arriva Swimmy. Si definisce l’Airbnb delle piscine private, e in effetti il concetto è quello della sharing economy: sulla piattaforma è possibile affittare una piscina per un giorno o anche solo per un’ora.
Swimmy finora era disponibile in Francia e in Spagna e adesso debutta anche nel nostro Paese. Come funziona? Così come le piattaforme che mettono in rete case e appartamenti in cui prenotare un soggiorno, Swimmy permette ai fortunati proprietari di piscine di condividere la loro con vacanzieri o residenti locali, per trovarne una durante un viaggio oppure anche vicino casa.
Ad oggi conta 120.000 utenti, 3.000 proprietari registrati, 16.000 noleggi effettuati nel 2020. La registrazione sul sito è gratuita: per il proprietario – che è anche assicurato da Allianz in caso di rottura o danneggiamento – occorre un documento d’identità, una prova di indirizzo e foto della piscina. Una volta inserito l’annuncio potrà poi decidere se accettare o rifiutare le richieste che arriveranno, e accogliere poi gli “inquilini” il giorno prenotato. Il potenziale bagnante può ricercare la piscina desiderata, prenotarla online e una volta ricevuta conferma conoscerà l’indirizzo esatto. Se vuole può anche contattare direttamente il proprietario. Insomma, è il modello Airbnb che ci siamo abituati a conoscere bene.
Dalla campagna intorno a Parigi a Provenza o Costa Azzurra, al momento sono giardini e terrazzi francesi a farla da padrone, ma non mancano le piscine a Madrid o Berlino. Ancora poche le proposte in Italia ma ci si attende che cresceranno. Per ora chi vuole fare un tuffo in città può fare rotta su Milano, Napoli, Roma. E magari scegliere anche gli extra, come ombrellone e lettino.