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Da Giuseppe Filannino Coordinatore Regionale Puglia di Conf.I.L. Lavoro Privato riceviamo e volentieri pubblichiamo questa sua personale riflessione sulla festa del lavoratori del 1° maggio.
“Che sia una Festa”. Mai come questa volta il 1° Maggio ha un significato così profondo, carico di storia e di speranza per il futuro, un 1° Maggio di svolta e di rinascita. Il mondo del lavoro non può essere nuovamente tradito, umiliato, raggirato. La CONF.I.L. (Confederazione Italiana Lavoratori), Sindacato giovane e dinamico, forte del suo radicamento sul territorio si pone come riferimento e voce di tutto il mondo del lavoro, impedendo che la festa si trasformi in farsa. La triste farsa che porta il lavoro e i lavoratori da fondatori e protagonisti (come recita il primo articolo della nostra Costituzione) della vita della nostra Repubblica, a merce di scambio per finalità ideologiche e partitiche, semplici numeri sempre buoni per qualsiasi contrattazione al ribasso. La Festa dei Lavoratori non è un semplice ricordo storico, una sfilata di bandiere ora impedita dalla pandemia, una sterile e datata liturgia sindacale ma il rimettere al centro della vita di ogni stato democratico ed economicamente avanzato il ruolo principale e necessario del lavoro e dei lavoratori, un mondo vero fatto di uomini e donne, di sviluppo e crescita, di sogni e innovazione. Uomini e donne a cui bisogna ridare certezze e sicurezza, aumento dei salari e nuovi diritti, dopo il tanto cedere sul piano economico e sociale con la complicità di chi a parole doveva tutelarli e difendere! Difendiamo il lavoro e i lavoratori, diamo loro una nuova storia di rappresentanza e di progresso. La fine della pandemia segni l’inizio di un mondo più giusto e sostenibile, una nuova Europa meno finanziaria e più solidale, ci attende la sfida della transizione ecologica sperando che questo 1° Maggio sia la fine della lunga transizione del mondo del lavoro. La CONF.I.L. con le sue sedi i suoi uomini e le sue donne è al fianco di tutti i lavoratori, insieme in questo giorno di festa, insieme nei giorni di lotta.