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Black to the future, l’attesissimo quarto album dei Sons of Kemet è finalmente in dirittura d’arrivo il 14 maggio 2021, sulla leggendario etichetta jazz Impulse Records.
Sons of Kemet è una delle esperienze di punta con cui la scena inglese sta rinvigorendo il jazz internazionale di questi anni, con una potente terapia d’urto fornita da 4 straordinari musicisti: Shabaka Hutchings, Tom Skinner, Theon Cross, Eddie Hick.
Dopo gli incredibili successi degli altri progetti del sassofonista Shabaka Hutchings nel 2019 e 2020 (The Comet is Coming, Shabaka & The Ancestors…), il 2021 si prospetta come l’anno di Sons of Kemet con un album di grande dinamismo, che ospita vocalist del calibro di Kojey Radical, Lianne La Havas, D Double E, Angel Bat Dawid, Moor Mother, Joshua Idehen e altri ancora.
Ascoltare per credere il primo singolo appena pubblicato: “Hustle”, in collaborazione con Kojey Radical ed impreziosito dalle backing vocals della cantante Lianne La Havas, è accompagnato da un videoclip dance-metaforico diretto da Ashleigh Jadee.
Shabaka Hutchings è costantemente in sintonia con i temi culturali pulsanti nel mondo: passato, presente e futuro. Portando alla luce mitologie dimenticate con la sua musica, Hutchings sblocca i suoni del passato e presenta poi una nuova tesi per il futuro. Questo processo di interiorizzazione e ridefinizione, continua con Black To The Future: un album politicamente toccante e musicalmente ricco, che sembra destinato ad affiancare Attica Blues di Archie Shepp o Alabama di John Coltrane.
Musicalmente, Black To The Future è un lavoro dal respiro molto più ampio rispetto ai precedenti dischi di Sons of Kemet. Il gruppo – Theon Cross (tuba), Edward Wakili-Hick (percussioni), Tom Skinner (percussioni) – è affiancato da ospiti come il sassofonista britannico Steve Williamson, il cantante di Chicago Angel Bat Dawid, il poeta americano Moor Mother, il leggendario MC grime britannico D Double E, l’ artista e rapper britannico Kojey Radical e tanti altri ancora.
Durante il lockdown Shabaka Hutchings ha impreziosito il tutto aggiungendo anche complessi layers di strumentazione a fiato in tutto il disco.
Questo album inizia e finisce con potenti dichiarazioni liriche e musicali di rabbia e frustrazione, espresse sulla scia della morte di George Floyd e delle successive proteste del BLM. L’album scorre dall’inizio e alla fine verso viaggi sempre più profondi e interiori, cercando cosmologie dimenticate e cercando “nuove vie dell’esistenza”.
Shabaka Hutchings afferma: “Black to the Future è un poema sonoro di invocazione del potere, del ricordo e della guarigione. Raffigura un movimento, quello della ridefinizione e riaffermazione di cosa significa lottare per il “black power“.
“Il significato non è universale e il contesto culturale dell’ascoltatore ne modellerà la comprensione”, continua. “Eppure, alla fine, il messaggio generale rimane lo stesso: affinché l’umanità possa progredire dobbiamo comprendere cosa significa essere Black to the Future”.
Il singolo principale “Hustle” è una canzone propulsiva con le liriche poetiche di Kojey Radical.
Per quanto riguarda il videoclip che lo accompagna, anch’esso pubblicato oggi, Hutchings dice: “I ballerini rappresentano la dualità presente in ogni lotta in cui si trascendono i limiti interiori“, spiega Shabaka. “Man mano che il video avanza, ci rendiamo conto che solo quando i diversi elementi si sono riconciliati e agiscono all’unisono, ci può essere rinascita (simboleggiata dall’immersione in acqua).”
Per Black To The Future, Shabaka ha sequenziato e chiamato ogni traccia in un ordine specifico in modo che i titoli delle canzoni riflettessero una singola dichiarazione poetica che viene completata in combinazione con la musica.
La band sta definendo un tour di presentazione dell’album per l’estate 2021. Per informazioni sulle disponibilità per l’Italia contattare booking@bassculture.it