Tempo di lettura: 2 minuti

Disney ha deciso di chiudere ufficialmente i Blue Sky Studios, lo studio d’animazione responsabile di aver portato sullo schermo i franchise de L’era glaciale e Rio. Si tratta di uno degli asset che la major aveva acquistato dalla 21th Century Fox, e nonostante la ridondanza che aveva creato a fianco di Walt Disney Animation Studios e Pixar Animation Studios l’intenzione era quella di mantenere operativa l’azienda. Un portavoce della Disney ha spiegato a Deadline che il motivo della chiusura è legato all’attuale congiuntura: “Vista la situazione economica attuale, e dopo molte valutazioni e riflessioni, abbiamo preso la difficile decisione di chiudere i Blue Sky Studios”. L’azienda di Greenwitch, Connecticut, attualmente il più grande studio d’animazione della costa Est degli Stati Uniti: chiuderà i battenti ad aprile, lasciando a casa circa 450 impiegati (non sarà semplice riassorbirli in altri studios della Disney senza che siano disposti a trasferirsi sulla costa Ovest).

Nato nel 1987, lo studio d’animazione è stato fondato da Alison Brown, David Brown, Michael Ferraro, Dr. Eugene Troubetzkoy, Chris Wedge e Carl Ludwig. Prima di dedicarsi ai film, l’azienda realizzò molti spot televisivi in computer grafica ed effetti visivi. Il successo di L’era glaciale nel 2002 (383 milioni di dollari in tutto il mondo) ha cambiato completamente l’assetto della compagnia, che da allora si è dedicata solo al cinema producendo 13 film in 17 anni. L’ultimo film è stato Spie sotto copertura.

Qualche mese fa era stata annunciata una nuova serie animata dell’Era Glaciale in arrivo su Disney+: chiaramente è stata affidata a un’altra divisione della major, probabilmente Walt Disney Animation Studios. Attualmente i Blue Sky Studios stavano lavorando a Nimona, il nuovo film di Patrick Osborne: la data d’uscita era prevista per il 14 gennaio 2022, ma ora la produzione è stata interrotta definitivamente. Il regista si è detto molto dispiaciuto su Twitter:
“Mi spezza il cuore sapere della situazione dei Blue Sky Studios. C’è tantissimo talento in quello studio. Stavano lavorando ad alcune cose meravigliose.”

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.