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Non può essere vita senza arte e cultura. La cultura è alla base della società, l’elemento fondamentale per la libertà, perché fa crescere ed arricchisce, e permette a tutti di essere indipendenti. “La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore, è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti, i propri doveri.” (Antonio Gramsci)
Michelangelo Busco, originario di Fasano, è direttore del Teatro Fusco di Taranto, restituito alla città dopo un lungo periodo di chiusura, e del Teatro Forma di Bari uno dei contenitori culturali più rilevanti di Puglia. Con alle spalle una lunga esperienza di direttore artistico e di produzione è, senza ombra di dubbio, fra i migliori organizzatori teatrali e musicali in Italia. Lo scopo dell’intervista è fare a freddo una analisi sul punto di questa situazione di emergenza Covid che ha penalizzato in modo assoluto tutti i luoghi della cultura.
Arte e cultura sono stati, e lo sono ancora oggi purtroppo, colpiti al cuore da chiusure e distanziamenti. Quello dei teatri è stato sicuramente il settore più travolto dagli attuali eventi negativi segnato nel profondo. Innumerevoli concerti e spettacoli sono stati annullati con un conseguente danno importante non solo per gli artisti, ma anche per chi ha acquistato i biglietti e non ha potuto goderne.
E’ sicuramente un danno enorme per tutti e non solo economico, operatori del settore a vario titolo e spettatori. Purtroppo la Pandemia è il male oscuro che sta mettendo in ginocchio un intero sistema produttivo che sta facendo i conti con la possibilità di morire per il perdurare della lunga inattività.
Quale è la cosa che fa arrabbiare di più di questa chiusura, e cosa fa temere ancora per il futuro?
Mi fa arrabbiare l’impossibilità di intervenire per risolvere il problema, ma ragionevolmente penso che la riapertura con l’applicazione delle normative per accogliere il pubblico in sicurezza erano assolutamente sufficienti. Purtroppo, la chiusura autunnale ha vanificato gli sforzi enormi fatti per una ripartenza controllata. L’arrivo dei vaccini ci dà un po’ di fiducia ma i tempi per la soluzione definitiva del problema Covid non sono altrettanto rassicuranti. Penso anche che alcuni settori con un rischio più alto dei contenitori culturali abbiano avuto un trattamento inspiegabilmente diverso.
La “cultura” è stile di vita, tradizioni, aggregazione, passione, progresso sociale e tanto altro, e chi lo sa ne ha sofferto tanto per l’assenza. Quali sono state le iniziative promosse e realizzate in questi mesi dal Tetro Fusco di Taranto e dal Teatro Forma di Bari, finalizzati a mantenere gli artisti motivati e vivo il legame con il proprio pubblico?
Il teatro Forma si era attrezzato per una ripartenza importante con il solito cartellone variegato fatto di musica e prosa che ovviamente è stato accantonato dalla chiusura forzata. Al momento il teatro Forma è completamente inattivo in attesa di sapere quando sarà possibile riaprire. Il Teatro Comunale Fusco di Taranto allo stesso modo è stato penalizzato avendo già pronto un prestigiosissimo cartellone di prosa e di musica. Dopo la chiusura per volontà dell’amministrazione comunale, in particolar modo dell’assessorato alla Cultura in capo a Fabiano Marti, si è deciso di portare avanti un serie di iniziative in streaming, tra cui concerti, presentazioni di Libri con gli autori collegati e altro, che hanno permesso al teatro di assolvere al proprio ruolo di spazio pubblico nel quale diffondere esperienze culturali. Questo ha fatto si inoltre, di poter mantenere, seppur parzialmente, anche alcuni rapporti di lavoro in essere.
Si sa che le risorse pubbliche sono limitate e concentrate in questo difficile momento sull’emergenza Covid. L’industria dell’arte, secondo lei, può sopravvivere alla crisi Covid, ed eventualmente, per quanto tempo ancora?
Ora più che mai è fondamentale ponderare attentamente il futuro della Puglia e dell’Italia tutta, guardando alla Cultura e al Turismo Culturale come rilevanza strategica, e motore della rinascita e della crescita non solo economica, ma sociale e culturale. Si potrà tornare alla normalità?
R.: Il comparto era già in difficoltà prima della pandemia oggi la situazione è ancora più difficile ma non completamente compromessa. La sopravvivenza è necessaria non solo per salvare centinaia di migliaia di posti di lavoro, ma anche perché senza arte l’uomo non può vivere. Musica, prosa, danza, letteratura, arti figurate sono il cibo per la mente e per i sogni di ognuno di noi. Il virus non può uccidere i nostri sogni!
R.: Credo che per tornare alla normalità serva tempo e idee. Mi piace che parliate di rinascita, credo che in questo frangente sia necessario aiutarci reciprocamente solo così la rinascita sarà possibile. Penso inoltre che è il momento di cedere agli individualismi inutili e di pensare al bene comune come alla soluzione per affrontare il problema in tutti i settori che generano bellezza ed economia. C’è da dire inoltre che l’arrivo del neo assessore Regionale Massimo Bray dovrebbe essere la garanzia che siamo in buone mani e che il futuro può diventare una opportunità.
Non vorrei mai usare il termine rassegnazione, né di resilienza. Ma quali possono essere i punti strategici fondamentali all’interno di una nuova programmazione che riesca a garantirne la sostenibilità di una ripresa? Quali sono i mezzi necessari per rimanere in contatto con i visitatori e mantenere attivo il coinvolgimento del pubblico?
Ho molta fiducia nel pubblico. La gente è stanca e vorrebbe tanto tornare a vivere come un anno fa, quando godeva dei cartelloni di teatro musica danza affollando gli spazi che proponevano live. La scorsa estate ne ho avuto la conferma quando seppur in parte, si sono svolti festival e concerti ai quali si è accorsi numerosissimi. Non cambieranno le strategie ma salirà il livello di attenzione del pubblico nella scelta di ogni singolo spettacolo, quindi da parte nostra maggiore attenzione ai contenuti. In questo momento dobbiamo monitorare l’evoluzione del contagio e sperare che prima dell’estate si possa tornare a Vivere!
Evelina Giordano