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Il libro dell’inquietudine di Bernardo Soares dello scrittore portoghese Fernando Pessoa è ora disponibile in versione audiolibro grazie alla casa editrice Recitar Leggendo Audiolibri, che ha provveduto a una nuova traduzione del testo curata da Matteo Gennari.
L’attore di prosa e regista teatrale Claudio Carini ha dato voce alle profonde riflessioni dell’autore, conferendo loro ancora più intensità.
L’opera di Pessoa è un diario esistenziale che lo scrittore non è riuscito a pubblicare in vita; è stato infatti edito postumo nel 1982, a quasi cinquant’anni dalla sua morte, dopo che centinaia di frammenti erano stati ritrovati in un vecchio baule. In quest’opera sono raccolti i suoi pensieri sulla vita e sulla morte, sulla natura del tempo, sulla sua necessità di essere un sognatore – croce e delizia della sua esistenza – sulla sua infanzia e sulla banalità della realtà.
Egli afferma: «In queste impressioni senza nesso, né desiderio di un nesso, narro con indifferenza la mia autobiografia senza fatti, la mia storia senza vita. Sono le mie Confessioni, e, se non dico niente, è perché non ho niente da dire»; un fingitore Pessoa, che invece ha avuto tanto da dire e molto ha dato da riflettere, che ha destrutturato la realtà e l’ha restituita più veritiera, benché difficilmente decifrabile.
Con umorismo e una buona dose di pessimismo, l’autore ha giudicato sé stesso e la società a cui dolorosamente apparteneva; uomo disincantato e profondamente solo, si è sentito spesso incompreso da coloro che ne avrebbero dovuto cogliere il genio e per questo si è isolato: «Ho innalzato sbarre altissime, più terribili di qualsiasi muro, a proteggere il giardino del mio essere in modo tale che, potendo io osservare perfettamente gli altri, perfettamente li escluda e li mantenga altri».
Leggendo o ascoltando i frammenti contenuti nell’opera Il libro dell’inquietudine di Bernardo Soares si può facilmente ravvisare la sua rabbia e la sua frustrazione verso una borghesia ignorante e ormai in decadenza: attraverso il suo alter ego o semi eteronimo Bernardo Soares, aiutante contabile di Lisbona, ha rappresentato e fatto cadere le tante maschere indossate dagli uomini del suo tempo.
E si è inoltre spinto oltre la fredda realtà, raccontando la sua propensione al sogno e alla fuga in un’opera enigmatica e simbolica, attraversata da malinconico struggimento e da lucida ironia – «Tutta la vita è un sogno. Nessuno sa ciò che fa, nessuno sa ciò che vuole, nessuno sa ciò che sa. Dormiamo la vita, eterni bambini del Destino».