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“Per cambiare la società bisogna partire dall’educazione”. (Maria Montessori)
La Giornata Internazionale dell’Educazione, istituita nel Dicembre del 2018 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è un’occasione per attribuire una valenza preminente al ruolo chiave dell’educazione nel dare ai fanciulli, ai ragazzi e ai giovani le capacità, le conoscenze e i valori per costruire il loro futuro. La proclamazione di questa giornata è un’occasione di riflessione per uscire dalla povertà educativa, mobilitando volontà e risorse e affrontando il problema della mancanza di accesso all’istruzione a livello globale, di qualità equamente inclusiva.
L’Unesco invita tutti i Paesi del mondo a fare dell’istruzione una “priorità fondamentale e irrinunciabile”. La scuola è il primo ambito in cui ci si presenta come persone responsabili, è il luogo in cui ci si allena per restituire alla società le sue cure e le sue attenzioni; l’educazione è un diritto umano per tutti.
La pandemia da Covid-19, che ha colpito tutti i Paesi del mondo, ha avuto un impatto devastante sull’istruzione scolastica. Giunta alla sua terza edizione, quest’anno, la Giornata mondiale dell’educazione denuncia una caduta verticale delle possibilità di frequentare percorsi scolastici sufficienti.
Lo scenario globale è preoccupante poiché, una generazione di giovani vede ridotte al lumicino le opportunità di formazione nelle diverse competenze e nelle capacità di relazione interpersonale fra i pari e con gli adulti. In un’epoca in cui le scuole, le università e i giovani sono così profondamente segnati dalla pandemia, urge essere sincronizzati tutti sulla stessa frequenza d’onda per condividere gli apprendimenti più significativi, per prendersi cura di se stessi e degli altri, per permettere ad ognuno di sviluppare pienamente il proprio potenziale umano, sociale, economico e culturale: mobilitare l’intelligenza collettiva per risolvere insieme i problemi più urgenti, ponendo l’apprendimento permanente al centro della ripresa.
E’ fondamentale sfatare il mito dell’educazione come mero apprendimento di conoscenze, limitato al solo periodo legato all’istruzione e ribadire marcatamente il concetto di “long life learning”, vale a dire, educazione per tutto l’arco della vita, facendo emergere il meglio che sta dentro a ciascun individuo: infatti, il termine educazione deriva dal latino educere (condurre fuori).
Questo monito solleva numerose riflessioni pedagogiche che, se tenute in conto, porteranno alla rivisitazione di approcci formativi. Usciti dall’emergenza pandemica, alla pedagogia si chiederà di attivare processi strategici sui gruppi e sui singoli per rielaborare quella relazione bidirezionale e promuovere la socialità, la solidarietà e il bene comune, abolendo le scissioni e mettendo in campo le azioni necessarie, sinergicamente connesse e intrecciate, affinché l’ “uomo sociale” non vada in via d’estinzione!