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L’iter autorizzativo dell’impianto per la produzione di biogas dal trattamento della frazione organica dei rifiuti solidi urbani, che la società Ecoleaf ha avviato su suoli dell’area PIP di Sannicandro, subisce una brusca frenata.
Il responsabile ad interim della sezione Edilizia Privata e Gestione del Territorio comunale ha infatti avviato il procedimento di annullamento del provvedimento di assegnazione provvisoria dei suoli che avrebbero ospitato lo stabilimento, provocando la sospensione del procedimento, come risulta dal verbale della Conferenza di Servizi tenutasi presso la città Metropolitana di Bari lo scorso 30 ottobre.
A tal proposito, abbiamo contattato il dott. Cristiano Cesaro, legale rappresentante della Ecoleaf, nonché esponente della CESARO MAC IMPORT di Eraclea, azienda leader nel campo della costruzione, commercializzazione ed assistenza di impianti e macchine per il trattamento dei rifiuti, che esprime il proprio rammarico <<con l’amministrazione abbiamo condiviso un lungo percorso che avrebbe portato sviluppo nel territorio, maggiore concorrenza nel mercato dello smaltimento della FORSU e consistenti vantaggi per tutta la comunità di Sannicandro, sia in termini di risparmio dei cittadini che di maggiori entrate per il Comune, purtroppo ad un certo punto l’Amministrazione ha inteso rincorrere le posizioni del dissenso piuttosto che illustrare e sostenere i punti di forza della nostra proposta industriale. Questi sono costituiti dai proventi che la nostra iniziativa assicurerebbe al Comune sia in termini di ristoro ambientale che di sconti sulle tariffe per i residenti, oltre alle significative ricadute occupazionali e in termini di indotto, senza poi dimenticare che il Comune e i proprietari dei suoli realizzerebbero introiti significativi dalla cessione delle aree, cosa non proprio facile in questo momento di grave crisi economica>>
Con riferimento alle interferenze col tessuto agricolo, e alle preoccupazioni degli operatori del settore, lo stesso Cesaro afferma che << il nostro gruppo ha già realizzato numerosi impianti che utilizzano questa tecnologia all’avanguardia, ad esempio nel 2012 con la società partecipata BIOENERGIA TRENTINO, abbiamo realizzato un impianto simile che è un vero e proprio fiore all’occhiello, un’eccellenza nel campo del trattamento dei rifiuti organici, ha anche ricevuto la bandiera verde di Legambiente, un significativo riconoscimento che attesta che la tecnologia è rispettosa dell’ambiente e la gestione è ineccepibile. Gli stessi operatori del settore agricolo che in passato sono stati ostili al progetto, sono oggi i nostri maggiori sostenitori, perché hanno potuto verificare che l’impianto non solo non comporta alcuna problematica ambientale, ma ha anche attivato significative sinergie con gli agricoltori che conferiscono gli sfalci di potatura, utili come strutturante nel processo, e acquistano compost di ottima qualità a condizioni economiche vantaggiose. Noi riteniamo che sia importante condividere conoscenze ed esperienze, e siamo disponibili anche ad ospitare in Trentino una delegazione di cittadini di Sannicandro in modo che possano visitare lo stabilimento e confrontarsi con la popolazione locale e con gli operatori del settore agricolo. Per quanto riguarda, inoltre, l’interferenza del progetto con aree attualmente coltivate ad uliveto, osservo che la nostra proposta insiste in zona industriale, la cui localizzazione è stata scelta dal Comune! Noi abbiamo proposto il totale riposizionamento degli ulivi presenti all’interno del nostro impianto e in siti disponibili ad ospitarli, nessun ulivo sarà abbattuto.>>
Cosa rispondete a chi sostiene che l’impianto sia molto grande e che determinerà un significativo impatto sul traffico veicolare? <<L’area industriale di Sannicandro è posizionata ai margini del territorio comunale, dista oltre 5 km dalle aree urbane più vicine, quindi il traffico non interesserà assolutamente le aree urbane, poi, volendo fornire dati quantitativi, tra rifiuti e materie prime seconde, saranno necessari, in tutto, non più di 10 viaggi al giorno! Del resto il progetto e la sua localizzazione hanno già superato numerosi e significativi esami da parte di diverse commissioni ambientali, dunque non capisco la ragione di tanta preoccupazione. Per quanto riguarda la capacità di trattamento, pari a 60.000 tonnellate per anno di rifiuto organico, a cui si sommano altre 20.000 di verde, si tratta di una taglia media e necessaria a consentire le giuste economie di scala al fine di poter trattare il rifiuto ad un prezzo competitivo, significativamente più basso di quello attuale che risente della cronica carenza di impianti in Puglia ed in Provincia di Bari. L’obiettivo, quindi, è quello di intercettare i quantitativi di rifiuti che oggi sono conferiti ad impianti fuori regione, in modo da trattarli localmente con minori costi di smaltimento e di trasporto che potrebbero essere interamente destinati a ridurre le tariffe alla popolazione. A ciò si aggiunga l’ulteriore proposta di dimezzare il costo di smaltimento per i rifiuti organici prodotti dal Comune di Sannicandro, davvero non comprendiamo le motivazioni alla base del dissenso.>>
Dopo la sospensione del procedimento autorizzatorio da parte della Città Metropolitana, quali saranno i prossimi passi? <<Noi siamo convinti della bontà della nostra proposta progettuale, i nostri tecnici stanno fornendo gli ultimi approfondimenti richiesti al fine di ottenere i pochi pareri che mancano per la chiusura dell’iter e, con riferimento all’ipotesi di revoca dell’affidamento delle aree, è evidente che si tratta solo di un pretesto per cercare di intralciare la nostra iniziativa. Il Comune fonda il proposito di revoca dell’assegnazione delle aree sull’impossibilità di alienare una strada interclusa tra i nostri lotti, se davvero fosse questo il problema, siamo pronti a rinunciarvi. Per principio preferiamo fare impresa e non contenziosi, pertanto confidiamo in un ripensamento dell’amministrazione pur confermando tutta la nostra disponibilità al dialogo e alla leale cooperazione con le istituzioni.>>