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Fu l’etologo Richard Dawkins a coniare per la prima volta il termine “Meme” per indicare, nella nascente potenza globale di Internet, i fenomeni e le minuscole unità veicolari e funzionali alla diffusione di un messaggio mediante delle immagini.
Da anni Internet è il pozzo dei meme per eccellenza: vignette satiriche, personaggi grotteschi, frame fotografici dal grande e piccolo schermo…tutto può diventare un meme.
Internet non è che il mezzo veicolare con cui milioni di informazioni possono essere condivise con un semplice click, ed è un mondo immateriale in cui chiunque può acquisire immediata visibilità e notorietà.
La globalizzazione ha dipinto una società in cui sporadicamente ed a cadenza ciclica nascono e troneggiano in rete imperiosi “fenomeni” del web.
Molto spesso si perdono nel dimenticatoio, altre volte divengono dei veri e propri tormentoni specchio di un profondo ristagno culturale, come l’ultimo ed immancabile motto negazionista del “Non ce n’è Covidii” , che in un momento storico di profonda difficoltà conferma per l’ennesima volta i lati oscuri del mondo di Internet, capace di creare personaggi insulsi e che paradossalmente tendono a diventare, per le nuove generazioni ,fenomeni de emulare piuttosto che far rivalutare cultura e conoscenza.
Dal Novembre 2020, un nuovo meme troneggia imperioso nelle bacheche di numerosi siti web, pagine di satira, blog ed account social. Il breve video rappresenta un felino che muove la testa a ritmo di un’ipnotica melodia dagli echi mediorientali, suonata con un tamburo da un uomo seduto su una panchina.
In molti si sono interrogati sull’origine di un video che lentamente sta spopolando in Rete. I retroscena di 15 secondi ormai virali non sono altro che un divertente fotomontaggio. Il Gatto che sembra particolarmente versato nell’ascolto della melodia è stato ripreso da una “Gif” animata che in rete esiste da diversi anni ed è tornato alla ribalta grazie all’ipnotica performance di quel misterioso suonatore. “Misterioso” per tutti all’infuori della Turchia, in cui Bilal Göregen è una vera e propria star, uno “Street Drummer” che ha fatto numerose comparse anche in programmi televisivi ben noti e che su YouTube, pur realizzando video da tre anni, ha visto crescere esponenzialmente i propri seguaci nelle ultime settimane, con oltre 600.000 iscritti e milioni di visualizzazioni e condivisioni. Bilal non ha solo saputo sfruttare un innegabile talento, rendendo nota (per la prima volta nel 2018) al mondo l’ipnotica melodia finlandese chiamata “Levan Polkka” ma ha creato un fenomeno del web che frantuma record su record. Il musicista turco ha anche registrato una variabile della sua performance, rimpiazzato l’amabile felino con Donald Trump che balla dinnanzi ai suoi seguaci durante i comizi in America, entrando tra le tendenze di YouTube Italia durante il periodo elettorale.
La Levan Polka è una musica folkloristica tipica della Scandinavia, nata in Finlandia nei primi anni 30 e che attraverso le sue note racconta le vicende di un giovane. Costui , innamorato di una bella di nome Leva, è dilaniato dal rifiuto della madre della fanciulla di concedergli di danzare con la figlia. Come nella più classica storia d’amore, i due fuggono da un grande salone da ballo in cui risuonano gli echi della Polka.
Il breve racconto musicale termina con un’immagine grottesca: i due giovani rientrati a casa incontrano l’arcigna madre della giovane, che li costringerà a rimanere assieme per sempre. Una storia bizzarra, una melodia bizzarra per un video bizzarro.
La caratteristica peculiare dei meme è sempre stata la libertà da licenze attributive, e soprattutto da ogni Copyright, ed è proprio per questa caratteristica che sono fruibili da tutti coloro che gestiscono pagine social. Tuttavia il mondo di Internet è divenuto ben presto un Business di proporzioni enormi e lo scandalo sul risarcimento mostre che ha ricevuto il proprietario del celebre felino “Grumpy Cat” dopo una causa vinta sull’uso commerciale improprio, del volto imbronciato di uno tra gli animali più celebre tra i meme del web, dimostra l’enorme evoluzione del mondo virtuale, divenuto uno strumento di potere concreto ed accessibile a chiunque.
Ma se tutti lo usassero per diffondere gatti danzanti, ed una delle forme d’arte più apprezzate quanto peculiari e rappresentative di popoli e culture della storia, vorremmo sicuramente più storie come quella di Bilal.
Alarico Lazzaro