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Autunno: è tempo di tartufi! Alba, si sa, è per antonomasia la città del tartufo bianco. C’è un filo rosso che lega Trani ad Alba nel segno del tartufo. Quel filo rosso ha un nome e un cognome: è Riccardo Sgarra, che, in aggiunta al suo personale e prestigioso palmarès, annovera anche il titolo onorifico di "Cavaliere dell’Ordine del Tartufo e dei vini d’Alba”.
Il primo contatto con una cultura altra spesso avviene grazie all’eno-gastronomia. A Casa Sgarra si respirano gli afrori della stagione che Jacques Prévert descriveva magnificamente in una sua famosa poesia. Si evocano colori e sapori delle Langhe piemontesi, terre fertili per il fungo ipogeo dal profumo inconfondibile, il più pregiato e ricercato per la sua qualità e purezza in tutto il mondo: il Tartufo Bianco d’Alba. L’eccellenza di Casa Sgarra a Trani accoglie un’altra eccellenza grazie alla proposta gastronomica di alto profilo con un menu tutto dedicato al tartufo, il "tuber magnatum Pico". Un vero e proprio percorso culturale di otto piatti, a cui abbinare il diamante della gastronomia italiana, guidati sapientemente dal “cavaliere” Riccardo Sgarra. Si conclama così il concetto di Trani capitale della ristorazione che ha consentito la creazione nell’ambito della Confcommercio dell’associazione “FIPE Ristoratori Trani”, con un dream team di 7 ristoratori tranesi che con i fratelli Sgarra hanno voglia di fare realmente rete e proiettare Trani fra i luoghi della ristorazione di eccellenza a livello internazionale, come giustamente sottolineano il presidente regionale della Federazione italiana pubblici esercizi Nicola Pertuso e il coordinatore dei fondatori dell’associazione Michele Matera.
Direttore di sala, Riccardo Sgarra è il fratello gemello dello chef Felice. Ad appena 16 anni, nel 1998, viene incoronato primo sommelier professionista d’Italia ed è anche il più giovane d’Italia. Partendo da Milano, matura un’esperienza decennale a Londra, ma è nelle Langhe, la terra del Barolo, che trova la sua seconda casa. Qui lavora per sette anni nel ristorante stellato di Massimo Camia, la “Locanda nel borgo antico”. Poi viene accolto dall’azienda vitivinicola Paolo Scavino, diventando loro ambasciatore nel mondo per far comprendere a sommelier e importatori, anche internazionali, cosa sia il mondo di questo straordinario vino italiano, il Barolo. Molti piatti di Casa Sgarra, data l’esperienza “piemontese” di Riccardo rievocano proprio quella parentesi, dai formaggi ai plin, al vitello tonnato, rielaborati ovviamente in chiave pugliese. Non differisce il menu dedicato al tartufo. 820 etichette della loro cantina tra vini e bollicine fanno il resto, con percentuali suddivise equamente. 20% di vini pugliesi, 20% champagne, 20% Borgogna, 20% Piemonte e 20% per le etichette del resto d’Italia. Il sommelier Roberto Sgarra consiglierà il miglior abbinamento.
Anche in questo periodo di incertezza i fratelli Sgarra, Felice, Riccardo e Roberto, fautori del successo del ristorante, non perdono il sorriso e il loro ottimismo, pronti a far viaggiare non solo con le papille gustative i loro avventori. A Casa Sgarra si rispettano rigorosamente le norme anti-Covid 19 dell’ultimo DPCM governativo e l’appuntamento è per il pranzo.
“In tutte le catastrofi, ricorda lo chef stellato Felice, ricordiamoci l’essenza, che è la vita, bene prezioso e assoluto. I morti da pandemia Covid vanno rispettati e vanno seguite tutte le norme che questa emergenza sanitaria planetaria ci impone”.