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Nonostante le perduranti difficoltà, noi abbiamo messo in piedi un evento unico per capacità di spaziare in ogni direzione, un reale termine di paragone rispetto al sacrosanto intrattenimento che purtroppo qualcuno continua a ritenere Cultura. Ma andiamo con ordine. Nei mesi della quarantena generalizzata, noi operatori culturali abbiamo discusso molto ed abbiamo individuato come strada maestra, un percorso di rigenerazione culturale di questo mondo a cui noi apparteniamo. La qualità come leva per l’allargamento del gusto e come contributo al sistema del sapere. La musica, tutte le arti sono importanti fabbriche di emozioni, ed al contempo sono indispensabili strumenti di emancipazione delle nostre comunità. Proprio sulla scorta di queste riflessioni, Time Zones 2020 si propone, oltre alle musiche possibili, come un contenitore multi codice dove troveranno spazio oltre ai suoni provenienti da generi e stili differenti teatro, arte contemporanea, documentari, letteratura, un convegno sulla scuola.
Abbiamo voluto iniziare con Underzones la sezione del festival che abitualmente pesca nel mondo della ricerca musicale più nascosta, quella che con coraggio cerca nuove strade anche all’interno dei generi “consacrati”. Quattro declinazioni diverse del “verbo rock”, il 17 ed il 18 settembre tra il demenziale (Tonno) e la psichedelia tinta di blues con due delle migliori band pugliesi (gli Anuseye di quel vero padre nobile del rock pugliese Giuseppe Colaianni e i Magpies di quel genio effettivamente sregolato di Pierpaolo Vitale in arte Sette), oltre al cantautorato raffinato ed infingardo di Giancane. Underzones si concluderà il 25 settembre al Palazzo De Mari di Acquaviva con le monografie di due dei più intelligenti e creativi solisti del nostro territorio: la eclettica e virtuosa chitarrista Simona Armenise e il pianista sans frontieres Livio Minafra.
Per tutti i motivi elencati nella premessa, in TZ 2020 ci sarà uno spazio di grande rilievo per l’arte contemporanea: una live installation art il 26 settembre nel Chiostro di Santa Chiara nel complesso di S. Francesco della Scarpa nel Borgo antico di Bari. Su è un’opera dell’artista Francesco Arena (forse l’artista pugliese più noto al mondo) e il violinista Davide Viterbo eseguirà le musiche composte per ANELLO,l’opera di Arena collocata a fine giugno (la prima assoluta per un’opera contemporanea) nel parco Archeologico del Colosseo. Una riflessione attraverso una frase di Virginia Woolf sulla vacuità del tempo che in questa live installation rivivrà in suoni ed immagini.
Inauguriamo con grande soddisfazione in questa edizione una bellissima collaborazione con il Teatro Kismet – Teatri di Bari. Il rinnovato Kismet, infatti, ci ospiterà per le sette giornate centrali di TZ 2020. Un rapporto che si rinnova a distanza di un po’ di anni e che noi ci auguriamo duri nel tempo, un rapporto che il 31 ottobre vedrà la presentazione di una coproduzione. Con la regia e la voce di Teresa Ludovico ci sarà una narrazione scenica musicata de Il Dio delle Piccole Cose della scrittrice indiana Arundhati Roy, uno dei casi letterari più importanti di questo nuovo millennio. Per l’occasione è nato un TZ ensemble, che ha raccolto musicisti disposti a mettersi in gioco come la violoncellista Nicoletta D’Auria, il sitarista Jari Palmieri, il tablista indiano Sanjay Banik, il percussionista Domenico Monaco e l’elettronico Francesco Novach, mentre le immagini saranno di quel magico visualist che risponde al nome di Pit Campanella. Prima di questa particolare produzione, al Kismet nel mese di ottobre ci sarà un denso programma di concerti, 12 anteprime in esclusiva per il Festival.
Si inizia il 2 ottobre con “il pianista dell’arte” Remo Anzovino, un recital che ripercorrerà i lavori composti per le monografie di Sky arte dedicate a Monet, Picasso e Van Gogh. Nella stessa sera il piano ed una delle voci più interessanti del jazz e non solo Roberto Cherillo già compagno d’avventura di Checco Fornarelli ed ormai spedito ed originalissimo solista. Il 3 ottobre si rinnova l’esperimento di Francesco d’Orazio e Francesco Abbrescia per trovare una via nuova al violino. L’elettronica di Abbrescia s’incrocia con il violino di Francesco D’Orazio su un repertorio attinto all’avanguardia più interessante (Ivan Fedele, Steve Reich, Cresta, Corrado). Sempre il 3 ottobre il Piano rivolto al Mediterraneo del compositore ed interprete originale Massimo Carrieri. In questa edizione di TZ vi è un importante capitolo prussiano: il 9 ottobre la delicata e suadente pianista tedesca Lisa Morgenstern e nella stessa serata il giovane e raffinato violoncellista viennese Lukas Lauermann, alle prese con un set modern classical intriso di elettronica.
Il 10 spazio all’elettronica d’alta scuola con l’artista italiana più stimata ed apprezzata in questo momento: Caterina Barbieri è infatti ritenuta una delle producer più influenti della sua generazione, un’elettronica sinfonica che ha trascinato il suo ultimo lavoro tra i 10 dischi più belli del 2019. Nella stessa sera un incrocio ardito tra tradizione persiana ed elettronica estrema con il chitarrista Hassan k, ingegnere, docente esperto di relazioni interattive nello spettacolo dal vivo, straripante per vocazione. Il fulcro di TZ 2020 è tra il 16 ed il 17 ottobre. Si va dall’arcaico e le tradizioni della nostra terra, rilette nello sguardo contemporaneo del progetto Folklore elettronico di Marco Malasomma e Jime Ghirlandi. Il 16, nella stessa sera, ci sarà il set di B.Fleiscmann (Morr Music) e la sua band, un’elettronica suonata tra techno e grande nostalgia per il rock. Appuntamento centrale di TZ 2020 è sicuramente il progetto Popol Vuh Beyond –Requiem for Florian il 17 ottobre, un dovuto omaggio al grande Florian Fricke che proprio nel nostro festival fece una delle sue ultime performance in una storica live installation art, che coinvolse l’intero centro storico di Molfetta. Un concerto che vede due compagni di Florian in quella geniale avventura che furono i Popol Vuh (Frank Fiedler e Guido Hyeronimus), a cui si è aggiunta la voce balcanica di Biljana Pais. Ancora tedeschi con il duo elettronico Josinho per chiudere, sempre il 17 ottobre, il capitolo prussiano.
Sempre in collaborazione con la Compagnia teatrale Diaghilev Literature, la sezione dove si incontrano musica e letteratura. Quest’ anno le voci di Paolo Panaro, Altea Chionna, Alessandro Epifani e Francesco Lamacchia – dal 3 al 12 ottobre in Vallisa – incroceranno la musica di Luigi e Mattia Morleo sul geniale testo di Oliver Sacks “Musicofilia”. Inoltre, incontri nelle scuole, master class con alcuni degli ospiti e il 13 ottobre ad Acquaviva – in memoria di Francisco Ferrer – un convegno su la Nueva Escuela.