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In Israele viene ancora oggi negato il diritto al divorzio alla donna ebrea ortodossa, chiamata per questo agunah, "ancorata, incatenata". Il problema è che in Israele il matrimonio è soltanto religioso e non esiste possibilità di contrarre matrimonio civile e solo l’uomo ha il potere di concedere il divorzio alla moglie, che diviene così agunah, ancorata ad un matrimonio che non desidera più.
Agunòt, le donne ebree “Incatenate” alle quali viene negato il diritto di ottenere il divorzio.
Per poter ottenere il divorzio, la donna è spesso costretta a cedere a tutta una serie di ricatti e soprusidi ogni tipo, nel silenzio assoluto della società e delle istituzioni. Il rifiuto del divorzio da parte del marito impedisce alla donna che lo subisce di rifarsi una vita normale.
La protesta dell’artista Dea
La questione del divorzio delle donne ebree è un’importante causa per i diritti della donna, legata alla questione Medio Oriente.
È così che per promuovere il diritto al divorzio, ancora negato, per le donne ebree ortodosse, gli artisti hanno dato vita ad movimento di protesta contro le regole patriarcali ancora in vigore, con in testa Dea, artista-performer israeliana di origine italiana, fervida attivista della Pace fra Israele e Palestina, che ha dato al video di protesta “Remove the veil, remove the wall”, tradotto in italiano “Togli il velo, togli il muro”.
Il video-clip “Remove the veil, remove the wall”, prodotto dalla casa discografica Morenloud, che verrà rilasciato a breve, intende essere una causa per i diritti delle donne e sarà per questo lanciata a livello internazionale, e la stessa Dea, come molte altre donne ebree ortodosse, è anche lei una agunah, ossia una ancorata, una incatenata ad una vita matrimoniale che non vuole più.
Con questo video l’artista, raccontando se stessa, si fa portavoce di una vera e propria rivoluzione tutta al femminile, portando l’attenzione internazionale sulla condizione di tutte quelle donne ebree ortodosse “incatenate” dall’abuso di potere maschile che non hanno voce.
‘Remove the veil, Remove the wall’, lo Svelamento di Dea, l’artista-performer israeliana, fa cadere i veli dell’ideologia dinnanzi al muro della divisione
In una stratificazione di significati, il video “Remove the veil, remove the wall” illustra un primo aspetto autobiografico in cui l’artista, che tutti hanno conosciuto come ebrea ortodossa, si libera del velo dinanzi alla barriera difensiva che separa il territorio israeliano da quello palestinese, per diventare una donna completamente diversa, libera di esprimere senza inibizioni la forza della propria femminilità. Il velo, che per anni ha coperto il suo capo, diventa la muleta con cui l’artista in una danza simbolica si batte nell’arena dell’oppressivo patriarcato maschilista.
Velo e muro si sovrappongono come materializzazione delle barriere mentali collettive. Se indossare il velo nella cultura ebraica ed islamica è segno di devozione e sottomissione della donna, il togliersi il velo, vero e proprio “svelamento” pubblico, diventa un gesto sovversivo e politico di aperta ribellione alle norme della società patriarcale, causa ed origine del conflitto in atto.
Lo scottante tema del velo femminile unisce le donne ebree ortodosse e le donne musulmane, e il gesto impudico ed immodesto di togliere il velo, segno di solidarietà a tutte quelle donne iraniane che per protesta stanno pagando con la detenzione la ribellione all’imposizione del velo, proviene proprio da una donna israeliana, sfatando il mito della lunga inimicizia fra Iran ed Israele.
Invito a diffondere il nuovo video-protesta per accendere il dibattito pubblico
Poiché è facile pensare che questo video provocatorio, dal forte impatto emotivo e culturale, susciterà un dibattito pubblico sia in Israele come tra le diverse comunità mondiali, coinvolgendo in prima persona l’artista e la sua vita sociale, in vista di tutelare la sua incolumità è necessario trovare il giusto supporto da parte di giornali, media ed associazioni per i diritti umani al momento della sua uscita.
Chi è Dea (Shazarahel)
L’artista Dea, più conosciuta sotto lo pseudonimo Shazarahel, è un’artista poliedrica, nata e cresciuta a Torino. È autrice di diversi libri che fanno il legame fra l’antica sapienza kabbalistica e la scienza moderna (Dna ebraico, Le tre religioni monoteistiche secondo la Kabbalàh, Kabbalah per vegetariani e carnivori, Fenomeno Madonna alla luce della Kabbalàh,ecc.).
Ha recentemente inaugurato Kabbaland Fashion, una nuova linea di abbigliamento Haute Couture e di preziosi gioielli ispirati alla Kabbalàh ebraica (i capi della collezione vengono prevalentemente confezionati presso la prestigiosa Sartoria Artistica Teatrale di Torino).
Da molti anni è una fervida attivista di pace in Medio Oriente, aderisce al Women Wage Peace e a diversi movimenti che promuovono il dialogo fra israeliani e palestinesi, fra ebrei e musulmani.