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Nella cornice della storica Libreria Laterza a Bari, incontriamo, in un tardo pomeriggio di giugno, Giorgia Groccia, giovane autrice barese, al suo libro d’esordio, Blue (Casa editrice FaLvision).
Stefano Bronzini, docente di Lingua e letteratura inglese, all’Università di Bari, presenta l’autrice e ci regala, in mezzo a delicate sfumature, la sua personale lettura del libro. Lo definisce intrigante, ben scritto, lo descrive come un testo lineare, ma al tempo stesso ruvido e volutamente pieno di trappole per il lettore, come ama definirle. Un libro che, inaspettatamente, fa riflettere molto gli adulti, come spesso accade, con opere scritte da giovani che hanno appena scavalcato l’età della adolescenza. Ed è così, che ci addentriamo nel racconto del libro che vede, come protagonisti, adolescenti soli, partecipi attori del processo di disgregazione dei rapporti familiari, accompagnati da adulti che falliscono il loro ruolo genitoriale. Un libro che scivola facilmente tra le parole pungenti di questa autrice in erba.
‘Blue, io mi chiamo blue, faccio sesso con il mio computer e non porto biancheria’. Così, esordisce Caterina Rubini, che legge qualche verso del libro e colpisce per il suo carisma espressivo. La voce della Rubini e’ graffiante, lucida, ferma come le frasi brevi che scorrono rapide tra le pagine. La sua interpretazione, ai nostri occhi, appare perfettamente in sintonia con i toni del libro. Bastano poche righe, poche parole di Blue, recitate con grande forza espressiva, per lasciare la platea in silenzio, in ascolto di questi stralci di libro.
I toni sono forti, le immagini colorite, il linguaggio e’ schietto, acerbo e tagliente al tempo stesso. Le frasi semplici, brevi. Il tema trattato e’ attualissimo e toccante, sesso on line, sesso in vendita dai pc, ‘abito i miei desideri come si abitano le case al mare’, recita ancora la Rubini. Una realtà dissimulata, quella descritta dal libro, un mondo nascosto. La protagonista, è una sorta di terapista, una terapista speciale, che si occupa dei suoi tanti clienti e delle loro emozioni tramite uno schermo, ma non vuole che gli altri si occupino di lei.
Giorgia, tra esagerazioni e timidezze, come ama raccontare, spiega la ragione dei nomi dei personaggi femminili e di come, li abbia, accuratamente scelti. Blue, che in inglese raffigura uno stato di consapevole tristezza, si accompagna al nome sacro Maria. Ed ancora Ambra, la madre, con il nome di una pietra preziosa, accostato al nome Mia, l’amica prepotente, dal nome egoista ed egoistico. Mia che e’ si un nome, ma e’ anche una maniera per esprimere appartenenza.
E’ un libro culturalmente importante, attuale, che trova un affondo nelle letture della giovane autrice. La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, letture di Giulia Carcasi hanno ispirato, insieme ai thriller psicologici, la stesura del libro. L’autrice si autodefinisce, inoltre, una appassionatissima di film francesi, e punta l’accento sul turbidume umano, sugli aspetti oscuri, sullo ‘schifo’ che lei trova poetico ed incredibilmente perfetto come spunto letterario.
La scrittura, continua Bronzini, e’ veloce, feroce, ricca di stilettate emotive, continue e ripetute. L’ambientazione milanese e’ stata sapientemente scelta perché la metropoli, ben si presta alla tematica del libro. Milano, offre dunque lo scenario perfetto perché scintilla nel suo grigiume, così come Maria, uno dei personaggi, che brilla, ma e’ al tempo stesso triste.
La lettura si presta ad interpretazioni del tutto personali, anche in relazione all’età del lettore, racconta Bronzini. Il libro, si interroga, e’ una lettura per giovani o per chi giovane non lo è più da tempo? Definisce il libro una porta sbattuta in faccia, in cui carnefici e vittime si invertono i ruoli in corsa, continuamente, spiazzando ripetutamente il lettore. E’ una lettura che costringe il lettore ad interrogarsi, indipendentemente dall’età, e che offre a tutti un dialogo. L’autrice invita così, in questo breve romanzo, i lettori a spingersi oltre, a chiedere ed a chiedersi.
L’autrice ci racconta infine, che il libro ha anche una sua colonna sonora, ci sono spesso citazioni di canzoni, gruppi poco conosciuti a Bronzini che su questo simpaticamente scherza, visto anche il divario generazionale.
Giorgia Groccia è giovane, delicatamente bella, risponde con voce gentile, un sorriso appena accennato ed anche, con una certa timidezza, alle numerose domande di un partecipe pubblico.