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Sputa letteralmente fuoco con fiammate alte alcuni metri il mega palco di Vasco Rossi che a Bari picchia duro come il metallo senza mai fare male. Alle 50mila anime che ieri lo hanno osannato nello stadio San Nicola, per la prima delle due date del Vasco non stop live, piace molto quando il Blasco va giù duro. Altrettante ce ne saranno per l’appuntamento di stasera. L’attesa comincia dal primo pomeriggio fino a quando verso sera una lunga ola sulle curve prelude all’arrivo del Komandante che si presenta puntuale e in divisa: occhiali scuri e berretto con visiera, Vasco afferra il microfono e canta col pubblico che amplifica la sua voce unica nell’aria, in un canto liberatorio.
Cosa succede in città insieme a Fegato spappolato e Domenica lunatica in chiave metal-industrial, fanno tremare per primi le casse. Alle spalle e sulla testa di Vasco si muovono luci che sembrano enormi container da cui partono laser che scandiscono il sound potente di chitarre e batteria.
Il ruggito del pubblico a ogni nota dei 30 successi in scaletta conferma che la scelta di Vasco di sperimentare «per vedere l’effetto che fa», ha vinto: a 41 anni di fronte del palco suonati è sempre lui a dare il ritmo alle diverse generazioni della combriccola del Blasco che stasera si ritroveranno per la seconda data del tour a Bari che ha richiamato in tutto 100 mila persone, in due giorni di ‘sold out’.
Il nome del rocker di Zocca è ovunque al San Nicola: sulle bandane, sulle magliette dei fan che hanno il sorriso stampato sulla bocca, e sugli striscioni che colorano ogni angolo dello stadio. «Ogni volta ci fai vivere una favola», «Clonatelo», scrivono i fan venuti da ogni angolo d’Italia; «Liberi di essere Vascodipendenti», aggiungono altri, reduci da giorni in tenda sull’asfalto dei parcheggi, ancora provati dal nubifragio di venerdì.
E’ per tutti loro che Vasco non si risparmia: gode e si emoziona sul palco. E quando i maxi-schermi ritraggono il primo piano del suo viso, sono in tanti a giurare che quel sudore sotto gli occhi in realtà siano lacrime di gioia.
Ma «la gioia dov’è», chiede il Blasco indicando poi alcune ragazze ai piedi del palco: «Eccola qua – dice – c’è una gioia qui, un’altra qui e un’altra ancora da questa parte…».
Vasco sa omaggiare i Metallica, ricambiando il tributo ricevuto dalla band nel loro tour in Italia, e sa far ballare con le versioni elettro-dance di Brava, L’uomo più semplice, Ti Prendo e ti porto via, Dimentichiamoci questa città. Senza tralasciare il romanticismo vibrante dell’acustico con Dillo alla luna, E…, L’una per te, cantate quasi tra il pubblico. In questo tour si ascolta anche per la prima volta la versione strumentale di Ciao, eseguita al pianoforte da Beatrice Antolini.
Il concerto perfetto, che dura due ore e mezza, dopo stasera a Bari approderà a Messina, il 21 giugno, concludendo il tour negli stadi con 450mila presenze.
E se la «tristezza si può racchiudere dentro una canzone», la storia di Vasco non ci sta in un solo concerto. E dopo il record mondiale di Modena park, con 220mila spettatori in una sola serata di luglio, è certo che Vasco tornerà presto con una nuova tempesta rock.
Foto di Michele Traversa