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Si terrà domenica 9 luglio 2017 alle ore 19:00 l’opening della mostra “SpaceOfHumanity”, bi-personale degli artisti Marco Lodola e Vincenzo Mascoli con testo critico di Vittorio Sgarbi, evento a cura di Avangart. Nella suggestiva Chiesa Ortodossa di San Nicola, un piccolo splendore artistico nel centro storico di Locorotondo, gli artisti dialogheranno con lo spazio e renderanno il contenitore un luogo ideale per l’umanità. La mostra è patrocinata dal Comune di Locorotondo e farà parte degli eventi collaterali del Locus Festival 2017.
Dalle parole del Sindaco Tommaso Scatigna: “Locorotondo si veste di arte e lo fa attraverso due autentici testimoni del nostro tempo. Ed è così che la chiesetta di San Nicola, incastonata fra il bianco delle calce delle nostre cummerse, diventa il palcoscenico in cui al linguaggio pop fatto di scatole luminose e colore di Marco Lodola si contrappongono gli strappi e i volti del quotidiano raccontati da Vincenzo Mascoli. ”. Aggiunge l’Assessore alla Cultura Ermelinda Prete: “Parlare il linguaggio dell’arte contemporanea significa scoprire la quotidianità che si cela tra forme, spazi e colori, vuol dire essere pronti a divenire un ricettacolo di emozioni, essere predisposti a confrontarsi con i colori della propria anima. Ed è proprio in questa direzione che Vincenzo Mascoli e Marco Lodola ci accompagnano, impregnando le loro opere di colori e veicolando emozioni.”
La mostra si configura come un’indagine aperta e in progress sul concetto di umanità, dove la funzione storica del luogo si intreccia alle ricerche dei due artisti.
Per Vittorio Sgarbi: “Sigle, icone, loghi che giungono ad abitare nell’inconscio e a convivere con quegli stessi miti dai quali provenivano, confondendosi con essi in un continuo meccanismo di specchi riflettenti. Galleggiare, stare in superficie senza essere superficiali, ecco il grande azzardo dell’arte di Lodola; perchè il piacere è qualcosa di rapido e di evanescente, esiste solo se non si va a scavare nelle nostre complicazioni, nelle nostre intricate psicologie, nelle nostre eterne insoddisfazioni.”, per Mascoli : “Cosa siamo diventati, rispetto al grande flusso oggi dilagante? E’ questa, credo, la domanda di fondo che si pone Mascoli e su cui ci invita a riflettere, riconoscendo all’arte, la sua arte, una prerogativa speciale, la capacità di bloccare ciò che di per sé tenderebbe a essere un panta rei in continuo movimento e a lasciare segni sempre più labili nella nostra coscienza, individuale e collettiva.”