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Sesso, droga e rock n’roll. Terrence Malick, il regista di La sottile linea rossa, ha deciso di riportare Ryan Gosling a cantare e suonare dopo il successo del film Oscar di Damien Chazelle, La La Land. Lo ha fatto con un film che, pur non essendo un vero e proprio musical, è completamente girato nella scena musicale di Austin, Texas, città d’adozione del privatissimo e poco prolifico regista. Oltre a Gosling fanno parte del cast anche Cate Blanchett, Holly Hunter, Michael Fassbender, Rooney Mara e Natalie Portman, questi ultimi protagonisti di un triangolo amoroso che ha come teatro il mondo della musica e che vede nel film – ad interpretare se stessi – artisti del calibro di Patti Smith, Red Hot Chilly Peppers, Florence Welch di Florence and The Machine, Iggy Pop, Lykke Li e i Black Lips.
Uscito negli Stati Uniti un paio di settimane fa, il film non ha incontrato molto successo, nè di critica, «E’ il primo film di Malick davvero brutto», scrive Mick Lasalle del San Francisco Chronicle, nè di pubblico, che nonostante gli idoli musicali presenti, ha disertato le sale. Addirittura, durante la prima proiezione a Los Angeles, una buona fetta del pubblico è uscita a metà spettacolo e in Italia, proprio a causa del suo poco successo, non c’è ancora distribuzione. La trama racconta di un musicista (Gosling), di un ricco produttore musicale, Michael Fassbender, e delle loro intersezioni sentimentali con una giovane chitarrista, Rooney Mara, e una cameriera, interpretata da Natalie Portman.
Per quanto la scena musicale sia importante nella struttura del film, Malick sembra più interessato a raccontare un mondo di privilegi e ostentazioni, piuttosto che di espressioni artistiche. Gli stessi John Lydon e Iggy Pop, ad esempio, sono rappresentati nelle aree vip, a godersi il successo, piuttosto che sul palco.
«Song to Song è la storia di quattro persone che si crogiolano nella loro stessa agenda di passione e ambizione – dice la produttrice Sarah Green – Terence ha avuto questa idea molti anni fa e ora ha deciso di metterla in pratica».
Quaranta giorni di riprese nell’arco di 24 mesi rappresentano un’altra delle stranezze concesse al regista texano che questa volta ha fatto trascorrere solo un paio d’anni dall’uscita del suo ultimo film, Knight of Cups. Malick infatti è conosciuto per i suoi lunghi periodi di silenzio fra un film e l’altro. Tra i giorni del cielo e La sottile linea rossa, ad esempio, passarono vent’anni, il primo uscì nel 1978 e il secondo nel ‘98.
Malick d’altronde è uno dei registi più anti-convezionali della scena cinematografica americana e lo conferma Michael Fassbender, che racconta di come Song to song sia stato girato senza un vero e proprio copione e sfruttando gli scenari di reali festival musicali: il South by Southwest e l’Austin City Limits festival, che ogni anno si tengono nella città del Texas. «Eravamo come pirati in cerca di occasioni», dice l’attore che proprio oggi festeggia 40 anni.
A rendere possibile questo modo di lavorare è stata la stessa troupe di Malick, un gruppo di artisti affiatati, capace di sfruttare il momento senza bisogno di eccessiva preparazione. “Terence Malick lavora in un modo che rende possibile infiltrarsi in situazioni reali», spiega Natalie Portman. «Sa che qualcosa accadrà e la sfrutta – conclude Ryan Gosling – E’ stata un’esperienza del tutto diversa dell’interpretare un personaggio in un film, è come se Malick più che farti recitare faccia in modo che ognuno di noi possa rivelarsi per quello che è».